Letizia Davoli, 54 anni – giornalista e divulgatrice scientifica e per anni volto noto del tg di Tv2000, ’la tv dei vescovi’ – affronta un tema che resta d’attualità dai tempi del ’Non expedit’: la collocazione dei cattolici in politica. Davoli, candidata alle regionali per FdI, difende la bontà della sua scelta: "Chi difende i valori cristiani non trova spazio nella sinistra né nei gruppi che si pretendono di centro".
"La sinistra cattolica – afferma Davoli – ha accettato la logica marxista di subordinare la religione alla politica, ed è ormai pienamente integrata nel Pd, rinunciando ai valori che Il mondo cattolico moderato sta trovando una nuova collocazione in Fratelli d’Italia, realizzando di fatto quel dualismo democratico di cui da tempo si parla. Chi vuole impegnarsi per una politica che difenda i principi cristiani e i valori della nostra civiltà, infatti, oggi non trova spazio nella sinistra né nei gruppi che si pretendono di centro". Perché FdI? "Perchè – continua Davoli – mantiene un’attenzione costante a questi valori e oggi è il partito che meglio rappresenta chi non vuole rinunciare alla propria identità cristiana, proponendo una visione chiara per il futuro, radicata in un’idea di crescita sociale ed economica che non può prescindere dal rispetto dei valori fondamentali dell’uomo e della società".
Davoli sa che su FdI pesa un pregiudizio: "Che FdI sia un partito antidemocratico è smentito dai fatti. Oggi possiamo affermare con certezza che l’accusa di neofascismo è priva di fondamento, soprattutto alla luce della storia e della capacità di ogni partito di essere giudicato non per la sua ideologia storica, ma per la sua azione concreta e il suo comportamento democratico. Se infatti non si giudica più il Pd né per le atrocità commesse dalla lotta partigiana del dopoguerra né per la natura dittatoriale del Pci di tipo staliniano allora dominante in Italia, e si ammettono senza contestazioni gli eredi del Pci nel gioco democratico, perché mai non si dovrebbe riconoscere, e a maggior ragione, la stessa democraticità a FdI? D’altra parte, la sinistra ha ormai smarrito la capacità di proporre una visione del futuro credibile, limitandosi a un’opposizione sterile, priva di contenuti e che ammette la violenza come strumento politico, come dimostra la partecipazione di Elly Schlein ai gravi fatti di Bologna".
"Va anche smentita l’idea – continua Davoli – che chi si schiera a destra non possa essere un buon cristiano “perché non ama i poveri”. È evidente infatti che non è sufficiente urlare ’per i poveri’ perché un’azione sia positiva. Come ricordava Papa Benedetto XVI nella *Caritas in Veritate*, il bene non si fa solo con la buona volontà, ma con una conoscenza globale della dimensione della persona e dei suoi bisogni interiori. I rimedi proposti dalla sinistra, troppo spesso di stampo materialista e ideologico, non sono riusciti a risolvere i problemi concreti della società".
"Un esempio lampante –spiega la candidata – a riguarda il disagio giovanile: la retorica che attribuisce la colpa alla mancanza di lavoro e alle difficoltà economiche non è più sufficiente a giustificare il comportamento di molti giovani che, pur avendo opportunità, rifiutano il lavoro o si rendono protagonisti di episodi di violenza. Oggi troppe iniziative politiche della sinistra rispondono in modo lampante non ai bisogni reali, ma ad un’ideologia che, per rimanere fedele ad una teoria fasulla, trascura o danneggia il bene comune".