Reggio Emilia, 31 marzo 2021 - Niente lieto fine per gli studenti dell’occupazione al liceo Canossa. Il 3 marzo, una decina di ragazzi e ragazze si erano barricati all’interno dell’istituto, impedendo così lo svolgimento delle lezioni per l’intera mattinata, l’ultima prima di iniziare con la dad al 100%. Un gesto simbolico estremo, con lo scopo di attirare l’attenzione di tutta la città riguardo le problematiche attuali della scuola. Un’azione che non aveva tuttavia trovato sostegno fra tutti i coetanei, molti dei quali si erano presto dissociati sui social. A distanza di tre settimane, la reazione è giunta anche dal corpo docenti.
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Gli studenti occupanti, assieme ai propri genitori, sono così stati convocati negli scorsi giorni a colloquio per provvedimenti disciplinari. "Ci è stato contestato il metodo di protesta – ha spiegato una ragazza del gruppo – E nonostante ci sia stata data la possibilità di esprimere nuovamente la nostra idea e la nostra posizione, la scelta era già stata fatta".
Due infatti le possibilità concesse dagli insegnanti: tre giorni di sospensione oppure, in alternativa, un solo giorno a casa accompagnato da un percorso formativo svolto con professori di diritto e di pedagogia del liceo stesso. Lo scopo, quello di aprire il dialogo con gli studenti circa l’oggetto della loro manifestazione ma in modo lecito e costruttivo.
Una sanzione moderata dunque, e che non avrà alcuna automatica ripercussione sugli studi: "Non vi è stata alcuna violazione grave, nessun atto di vandalismo, i ragazzi hanno mantenuto un comportamento assolutamente corretto. Per questo i provvedimenti devono essere proporzionati – ha spiegato Daniele Cottafavi, preside del Matilde di Canossa – Tuttavia, la scuola non può accettare una simile azione illegittima. Abbiamo proposto un percorso di dialogo, per poter realmente affrontare le tematiche portate avanti da questi studenti. Non vogliamo spegnere il loro fuoco partecipativo ma, in quanto educatori, il nostro ruolo è quello di aiutarli a incanalare questa passione nel giusto modo".
La posizione della scuola non sarebbe dunque di condanna nei confronti di chi protesta, qualora venga però mantenuta aperta la possibilità di confronto. "L’occupazione non è dialogante. Il giorno della manifestazione, avevamo proposto agli studenti di trasformare il momento in un’assemblea, alla quale saremmo stati anche noi presenti. Insieme avremmo potuto trovare una soluzione – ha continuato Cottafavi – Anche perché non potevamo lasciare entrare dei ragazzi minorenni all’interno dell’edificio scolastico senza la supervisione degli adulti, sono sotto la nostra responsabilità".