Reggio Emilia, 23 gennaio 2021 - "Il fatto che si presentino dei focolai all’interno delle strutture ospedaliere è una realtà ben nota che, finora, eravamo riusciti a evitare". Sono le prime parole che la direttrice generale Ausl, Cristina Marchesi, ha riservato come commento ai due focolai emersi all’ospedale di Correggio e di Montecchio. Nel secondo caso si tratta di un focolaio più contenuto, che ha coinvolto cinque pazienti, mentre a Correggio sono risultati positivi 24 pazienti e 12 operatori.
"In tutti i pazienti abbiamo riscontrato un’alta carica virale ma nessun sintomo - ha puntualizzato il direttore del presidio ospedaliero, Giorgio Mazzi -. Per questo stiamo cercando di sequenziare l’Rna virale, in modo da capire se si tratta di una forma assimilabile al virus che già si conosce o di una variante".
Avere dei focolai negli ospedali "non è un’eccezione - ha detto Mazzi -. Il rischio zero non esiste e l’ospedale è un ambiente di lavoro, anche esposto a un rischio maggiore".
I due reparti (l’unità internistica a indirizzo geriatrico riabilitativo a Correggio e la sezione di medicina interna acuti a Montecchio) sono rimasti chiusi ai ricoveri per qualche giorno. Quattro giorni nel caso dell’unità correggese, già riaperta al momento, mentre la sezione di Montecchio rimarrà chiusa fino a domenica.
Il focolaio correggese si è sviluppato anche se, come da protocollo, erano stati fatti i dovuti controlli col test del tampone. "Abbiamo sempre detto - ha precisato Marchesi - che il tampone non è preventivo, da una fotografia della situazione. Inol tre oggi i focolai negli ospedali così come nelle Cra vengono gestiti, a differenza di marzo quando abbiamo dovuto chiudere l’ospedale di Montecchio".
Nel resto del territorio provinciale, i dati dell’ultimo bollettino non si discostano da quelli degli ultimi giorni.
Si contano infatti altri cinque decessi e 144 nuovi positivi. Le vittime (due donne di 85 e 94 anni e tre uomini di 59, 81, 89 anni) erano residenti in città e nelle zone di Rolo, Poviglio, e Bibbiano. Diminuisce, nel caso di ieri, la differenza tra casi condotti a focolai noti e casi sporadici: per 73 dei nuovi positivi l’Ausl è riuscita a ricostruire l’intera catena di trasmissione del virus, mentre in 71 casi no. Così come gli asintomatici sono appena di più dei sintomatici, rispettivamente 74 e 70. Per 6 casi è stato predisposto il ricovero in terapia non intensiva, mentre i rimanenti 138 hanno iniziato l’isolamento domiciliare.