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L'infettivologo: "Più che il covid ci preoccupa l'influenza"

Reggio, Massari (Malattie infettive): "Non è più il contagio per Coronavirus a preoccupare. Ma l’effetto sugli ospedali del virus ’gemello’"

Reggio Emilia, 21 ottobre 2022 - I contagi da coronavirus sono tornati a salire. Ma questa volta l’inverno potrebbe essere faticoso a causa dell’influenza: la combinazione di questo virus e del Covid, nei casi più gravi, potrebbe appesantire ancora una volta il nostro sistema sanitario. Per questo il dottor Marco Massari, direttore del reparto malattie infettive del Santa Maria Nuova, sottolinea l’importanza della doppia vaccinazione: "E’ fondamentale abbinare la vaccinazione anti Covid alla vaccinazione anti influenzale. Dobbiamo evitare l’accrescimento del carico sugli ospedali".

Marco Massari
Marco Massari

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Dottor Massari, come vede l’epidemia in questo momento?

"L’ondata di settembre si sta spegnendo ma ne aspettiamo altre perché la pandemia non si è assestata. Non siamo ancora ad un livello di endemia, siamo invece in una fase di evoluzione, sia per quanto riguarda le varianti virali, sia per quella che viene chiamata ‘immunità di gregge".

La combinazione di influenza e Covid, di cui si parla molto in questi giorni, è pericolosa?

"Non sappiamo ancora quali ricadute potrebbe avere il Covid associato all’influenza; ma sicuramente avere ‘l’epidemia gemella’ in atto comporterà una ricaduta importante sugli ospedali, perché se aggiungiamo ai casi motivati dal Covid i ricoveri legati all’influenza, il rischio è che si vada in sofferenza. La vaccinazione è raccomandata anche per ridurre questo carico e per permettere di curare quelle persone che necessitano dell’assistenza per altri motivi".

I dati dei casi positivi e dei decessi per Covid nella nostra provincia deve preoccuparci?

"Nell’ultima settimana abbiamo osservato un incremento del +25% dei ricoveri: siamo passati da un’ottantina a più di cento. Da alcuni giorni però siamo abbastanza stabili: contiamo circa 105 pazienti. Ma i ricoveri causati da sintomi Covid sono una minoranza, la polmonite con insufficienza respiratoria è un evento molto raro. La maggior parte dei ricoverati sono persone anziane, mediamente tra i 70 e i 75 anni, che hanno delle comorbilità che e che vanno più frequentemente incontro a complicanze come ad esempio polmoniti batteriche o scompensi cardiaci :il Covid altera le situazione di fragilità a cui conseguono una serie di problemi che necessitano di ricovero. Per quanto riguarda la rianimazione, i malati covid positivi, che sono comunque pochi, sono ricoverati per altri motivi ed hanno una infezione Covid intercorrente".

I pazienti ricoverati sono vaccinati o non vaccinati?

"Nella stragrande maggioranza dei casi sono persone vaccinate almeno con tre dosi, poi abbiamo anche un buon numero di anziani con quattro dosi ma qualche non vaccinato ricoverato continuiamo ad osservarlo. Bisogna tener presente che la vaccinazione protegge dalla malattia severa ma non protegge dall’infezione. Questa, in una situazione di equilibrio precario, può predisporre ad un aggravamento complessivo delle condizioni del paziente".

Il virus circola. La spaventa un inverno senza la mascherina?

"La prima cosa da fare è il vaccino sia per Covid, sia per l’influenza, che deve essere affiancato a quelle misure che sono sempre state consigliate per prevenire la diffusione del virus influenzale. La mascherina, quando ci si trova in ambienti chiusi e affollati, è un efficace elemento di protezione. In una condizione di allerta, per la circolazione di una variante più contagiosa o per un incremento dei casi di Covid e di influenza, le misure di prevenzione associate alle terapie per il Sars-CoV-2 e la doppia vaccinazione permetteranno di gestire una nuova fase pandemica senza che le strutture sanitarie vadano in crisi".

Pfizer qualche giorno fa ha dichiarato che il loro vaccino anti-Covid non è stato testato per prevenire l’infezione. Come commenta queste parole?

"Quando è stato creato il vaccino l’obiettivo era di salvare vite umane e di evitare ospedalizzazioni e decessi. La finalità non era quello di ottenere un vaccino per impedire l’infezione. I vaccini sono stati un successo per la scienza e per la salute".