"Mettiamo le cose in chiaro, diamo una giusta misura: tra il 1999 e il 2019, quando l’economia tedesca andava bene, quella italiana ha registrato il peggior ventennio della sua storia unitaria, dal 1861 in poi. Non è alla Germania che dobbiamo guardare, ma all’Europa e al mondo". In materia di economia Carlo Cottarelli non è solo stato una figura di massimo rilievo a livello nazionale e internazionale (direttore del dipartimento affari fiscali del Fmi dal 2008 al 2013), ma è anche un grandissimo divulgatore. È proprio per questo che il Rotary Club Reggio Val di Secchia ha promosso e organizzato mercoledì sera nell’aula magna Manodori di Unimore in viale Allegri il convegno ‘L’Economia Italiana: l’ultimo quarto di secolo… e il prossimo’.
Davanti alle istituzioni reggiane, oltre a Cottarelli tra i relatori il presidente del Club Ermanno Ruozzi: "Il nostro scopo è servire i territori economicamente ma anche con la cultura e il volontariato, in silenzio ma con professionalità e affetto nei confronti delle persone". A moderare è stato il dottor Giovanni Fracasso: "Mi sento un nano di fianco a un gigante, il nostro ospite ci ricorda l’arte nobile dell’economia, fatta di logica e coerenza, ed è una lezione anche di educazione civica".
Cottarelli ha innanzitutto spiegato gli ultimi fenomeni macroeconomici: "L’inflazione è nata perché dopo il Covid le banche centrali e i governi hanno voluto rafforzare la domanda immettendo una marea di soldi nell’economia. Ha funzionato, perché la ripresa è stata molto rapida, poi però sono cresciuti i prezzi delle materie prime perché l’offerta non bastava. A quel punto le banche hanno aumentato i tassi di interesse per spingere la gente piuttosto a risparmiare e di nuovo ha funzionato, l’inflazione dal 10% è tornata a livelli quasi normali. La crescita dell’Italia è sostanzialmente nella media UE, a differenza del periodo 1999 – 2019 in cui eravamo il fanalino di coda. Il debito pubblico è alto, ma le regole Ue sono meno drastiche di un tempo, lo spread è abbastanza basso e c’è un piano di rientro stabile".
Per le difficoltà della Germania non si è detto troppo preoccupato: "La manifattura risente solo in parte del suo rallentamento, è uno stato che forse ha fatto l’errore opposto rispetto al nostro mettendo troppi pochi soldi per sostenere l’economia". L’ex senatore ha poi spiegato le sue dimissioni da palazzo Madama, con una battuta: "Il Pd con il programma di Elly Schlein si è spostato su posizioni diverse dalle mie, così sarei rimasto solo per scaldare una poltrona e mi sono dimesso. Anche se, devo dire, a 12mila euro netti al mese lo stipendio era buono". In chiusura Cottarelli si è detto a favore del nucleare a cui il ministro Pichetto Fratin aveva aperto al Cersaie: "Ci sono rischi, è vero, ma così come con qualsiasi energia. Servirebbe un referendum".
Tommaso Vezzani