In classe stiamo approfondendo un percorso di educazione alimentare che riguarda le abitudini di una sana alimentazione e la sostenibilità delle nostre scelte. Abbiamo letto vari articoli sulla dieta che fa crescere sani e che nello stesso tempo aiuta a salvare il Pianeta. Oggi sono ormai ricorrenti i concetti di impronta ecologica, cibi a km zero e piramide alimentare. Il menù antiobesità è quello a minor impatto ambientale. La formula ideale prevede una dieta basata su vegetali, meno carne e condimenti e pochi dolci. Carboidrati, frutta, latte e verdure andrebbero consumati ogni giorno, carni, legumi e formaggi due volte alla settimana, mentre il pesce anche tre volte, uova una volta sola. Questi cibi vengono mangiati nei cinque pasti della giornata, distribuendo l’apporto calorico nelle giuste proporzioni: la colazione vale il 30 per cento, la merenda il 5, il pranzo 35, 10 la seconda merenda e la cena il 20. È stata definita una doppia piramide che comprende sia quella alimentare sia quella ambientale. Quest’ultima considera cibi dall’alto impatto ambientale proprio quelli che fanno più male alla salute dell’uomo, come la carne rossa, mentre in basso si trovano frutta e verdure, che quindi risultano avere un basso impatto ambientale. Un pasto a base di carne ‘costa’ all’ecosistema tre volte di più di uno vegetariano. Oltre il 31 per cento della nostra impronta ecologica deriva dai consumi a tavola. Ecco perché esistono cibi a chilometro zero, che vengono dallo stesso luogo in cui si consumano; in questo modo arrivano sulle nostre tavole senza aver compiuto lunghi viaggi e il ciclo produttivo è più breve. Crediamo che per una dieta sana che aiuti a salvare il Pianeta, alla base ci debba essere anche lo sport: fare movimento aiuta a tutte le età. Bisognerebbe iniziare a mangiare più cereali e prodotti freschi, incentivare ancora di più un’agricoltura sostenibile e pensiamo che, oltre che ad agire per la propria salute, sia molto importante proteggere l’ambiente, perché abbiamo una sola Terra e abbiamo il dovere di prendercene cura.
Aurora Caliendo e Sofia Mongelluzzo IIE, disegno di Riccardo Vanore IIE