Reggio Emilia, 8 marzo 2020 - Reggio ‘zona rossa’ da oggi fino al 3 aprile. E' questa la clamorosa decisione presa dal Consiglio dei Ministri, che ha adottato sul nostro territorio le stesse misure applicate in Lombardia. Ma siamo in buona compagnia; a noi infatti si aggiungo altre 13 province: Modena, Parma, Piacenza, Rimini rimanendo in Emilia Romagna, oltre a Pesaro e Urbino (Marche), Venezia, Padova, Treviso (Veneto); Asti e Alessandria, Novara, Verbano Cusio Ossola e Vercelli (Piemonte). Il decreto definitivo è stato firmato a tarda notte dal premier Conte. Quando era stato rilanciato il testo ancora in bozza, il sindaco Vecchi non aveva voluto rilasciare dichiarazioni.
Cosa prevede il decreto in dettaglio
Le schede Come si cura - Le differenze con l'influenza - Come difendersi
Mentre il presidente della Provincia Giorgio Zanni aveva affidato il suo pensiero ai social: "Grazie alle solita fuga di notizie governativa, al momento esiste una notizia (parziale) e una bozza, ma non un decreto ufficiale che permetta di valutarne i contenuti e dare chiarezza comunicativa. Appena arriverà lo diremo spiegando come sempre le varie interpretazioni e accompagnando i nostri concittadini nell’applicazione delle stesse".
Reggio rientra dunque all’interno delle province in quarantena, indipendentemente dai dubbi che aveva espresso Bonaccini.
Inoltre a fronte di attività consentite in impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, sono sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali (eccezion fatta per quelli che erogano assistenza), centri culturali, sociali e ricreativi. Oltre a essere chiusi gli impianti sciistici delle rispettive province, che da noi si traduce nell’ennesima notizia negativa di questo inverno travagliato sulle piste del Cerreto. Insomma: casi diversi, provvedimenti diversi. E quindi mancanza di univocità.