Contrasto al disagio giovanile. L’idea: "In via della Canalina un nuovo spazio per ragazzi"

In prefettura le istituzioni hanno incontrato il mondo della scuola per analizzare il fenomeno. Il provveditore: "Tra i banchi ansia, bullismo, ritiro sociale. Cambiare il rapporto con le famiglie". .

Contrasto al disagio giovanile. L’idea: "In via della Canalina un nuovo spazio per ragazzi"

Contrasto al disagio giovanile. L’idea: "In via della Canalina un nuovo spazio per ragazzi"

Le istituzioni e le scuole reggiane non trascurano il disagio giovanile, anzi rilanciano con l’idea di creare tramite fondi ministeriali un nuovo spazio di aggregazione in via della Canalina, sul modello di quelli presenti in via Adua (‘Fly Zone’) e via Turri (‘Spazio Raga’). È solo uno dei punti emerso lunedì pomeriggio nell’incontro organizzato dalla prefettura per analizzare il fenomeno del disagio giovanile e le iniziative volte a prevenirlo e contrastarlo.

A iniziare è stato Paolo Bernardi, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale: "A scuola vediamo emergere ansia, bullismo, ritiro sociale. Siamo uno degli agenti di disagio, per le aspettative della famiglia e l’ansia del risultato, ma anche uno dei pochi luoghi in cui intercettare i ragazzi. Da anni svolgiamo decine di progetti, dal sostegno psicologico all’educazione a stili di vita sani, e i soldi ci sono: il problema è capire dove indirizzarli. Bisogna cambiare il rapporto fra scuole e famiglie, oggi si è interrotta la fiducia reciproca, e ascoltare i ragazzi".

La parola è poi passata al questore Giuseppe Maggese: "A Reggio il disagio non sembra derivare da problemi economici ma identitari, legati alla ricerca di sé stessi. Nel 2023 i reati commessi da minori sono calati e a mio giudizio il fenomeno non è preoccupante sotto il profilo numerico. Anche il termine ‘baby gang’ mi sembra esagerato: la ricerca di identità si attua in gruppi nei quali le condotte devianti non sono il fine ma soltanto un mezzo per rafforzare i legami interni. Non si delinque per necessità, ma per creare identità".

Il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri Andrea Milani ha insistito sulla cultura: "I modelli aggressivi forniti dagli adulti hanno abbassato la percezione del disvalore di certi comportamenti. Da oltre 20 anni promuoviamo la legalità, coinvolgendo in media 60 scuole in provincia e 9mila studenti, 400 dei quali riescono anche a visitare i nostri reparti. In questi incontri emerge grande curiosità, perché spesso le forze di polizia sono percepite solo come organi repressivi e non come punti di riferimento".

Il comandante provinciale Filippo Ivan Bixio ha parlato per la Guardia di Finanza: "Da parte nostra vogliamo far capire fin dai banchi di scuola che l’evasione danneggia chiunque, perché non sempre i ragazzi sono consapevoli di queste tematiche".

Roberto Montagnani, dirigente comunale delle politiche giovanili, sport e università di Reggio ha elencato numerose iniziative: "Il Comune incentiva la partecipazione con modelli positivi e interviene nelle situazioni più a rischio. Nell’ultimo biennio circa 3.500 ragazzi hanno dato vita a percorsi di partecipazione, ci sono stati circa 500 progetti in collaborazione con le scuole e 1.500 attività di orientamento al loro interno. Tutto culmina in ‘Via Cassoli 1’, che era un centro scommesse abusivo e ora fa 1.800 accessi annui, oltre a un mercatino del libro da 9.800 utenti annui. Poi ancora c’è ‘SD Factory’, il percorso con la Polizia municipale per la guida sicura, la sensibilizzazione contro il gioco d’azzardo, i presidi in via Turri e via Adua, il progetto Emily, OpenG, i cantieri sportivi… "

Loris Vezzali, professore di psicologia Unimore, oltre a presentare varie iniziative ha insistito sulla condivisione: "Siamo tutti insieme, bisogna farlo capire. Nel 2022 è nato un tavolo apposta, per dare sostegno alle scuole: siamo a disposizione con i nostri progetti ma anche con iniziative mirate per i casi più difficili".

Dopo un intervento molto sentito di Emanuele Terranova, presidente della Consulta provinciale degli studenti che ha posto il focus sull’eccessivo nozionismo e su ritmi e pressioni imposte dalla scuola, il prefetto Maria Rita Cocciufa ha tratto le conclusioni con grande soddisfazione: "Esco da questo incontro molto arricchita. È fondamentale che le tante attività coordinate dalla prefettura e messe in campo dall’uf-ficio scolastico, dall’Unimore e dal comune di Reggio Emilia, con il costante e prezioso contributo delle forze di polizia, siano sempre più tagliate su misura sulle esigenze dei giovani e del mondo della scuola. A tale proposito, occorre mettersi innanzitutto in ascolto. Le iniziative di prevenzione e contrasto del disagio giovanile continueranno e si lavorerà anche per valorizzare ulteriormente lo sport quale motore di inclusione sociale".

Tommaso Vezzani