GABRIELE GALLO
Cronaca

Concordato Ferrarini: la Cassazione respinge il ricorso

Un altro decisivo passo per chiudere, almeno per quanto riguarda i creditori principali, l’annosa vicenda riguardante il "crac" della Ferrarini,...

Un altro decisivo passo per chiudere, almeno per quanto riguarda i creditori principali, l’annosa vicenda riguardante il "crac" della Ferrarini,...

Un altro decisivo passo per chiudere, almeno per quanto riguarda i creditori principali, l’annosa vicenda riguardante il "crac" della Ferrarini,...

Un altro decisivo passo per chiudere, almeno per quanto riguarda i creditori principali, l’annosa vicenda riguardante il "crac" della Ferrarini, la multinazionale del settore alimentare creata nel 1957 da Lauro Ferrarini e dal medesimo portata al successo nei decenni successivi (fino alla sua scomparsa avvenuta a 80 anni nel 2010), e poi rimasta sino al 2023 in capo alla famiglia di imprenditori di Rivaltella, prima del passaggio di proprietà al gruppo valtellinese Pini. Vendita perfezionata con l’omologa del concordato preventivo giunta ad aprile 2023 e avverso il quale era stato presentato ricorso. A promuoverlo i vertici di Re-New Holding, (la joint-venture in cui sono confluite Gsi-Bonterre, Opas ed Happy Pig, col sostegno finanziario di Intesa San Paolo e Unicredit) che tuttavia se lo sono visti respingere da tutti i gradi di giudizio; in ultimo, ieri, dalla corte di Cassazione.

In virtù di questo pronunciamento viene quindi data piena validità al concordato preventivo a suo tempo stipulato che, nella sintesi, prevede il passaggio al gruppo Pini dell’80% delle quote di proprietà della Ferrarini (tuttora in termini di marchio e vendite un colosso dei salumi, mentre il 20% sarà appannaggio della partecipata statale Amco. In termini finanziari tolti i 90 milioni per i creditori privilegiati, per i chirografari, verso cui l’azienda reggiana aveva un debito da 197 milioni di euro, la quota di rientro è in media del 33% sulle 12 classi ammesse al voto, ovvero 65 milioni. Per un esborso complessivo, tra privilegiati e chirografari, di quasi 160 milioni di euro. La sentenza della Cassazione di ieri respinge quindi in via definitiva le istanze di Re-New Holding, che vantava un credito di 23,9 milioni e che di fatto è la grande sconfitta di tutto l’iter legale riguardante il concordato preventivo. Dato che quest’ultimo pronunciamento della Cassazione riguardava proprio i contenuti dell’omologa in sé. Per rendere definitivamente operativa la medesima occorrerà attendere la sentenza su due provvedimenti minori, riguardanti una proposta differente di concordato portata avanti da Re-New Holding (e già respinta da tribunale di Reggio e corte d’appello di Bologna) e un altro ricorso su alcune parti secondarie della proposta di concordato alternativo. Decisione attesa entro il mese di giugno. Se verranno confermate le previsioni dei nuovi proprietari e di chi ne tutela gli interessi legali, subito dopo potrà cominciare il rimborso effettivo dei citati creditori.

Gabriele Gallo