
Il cucchiaio della comunione ortodossa
Reggio Emilia, 22 maggio 2020 - Una comunione molto pericolosa. Dopo il lockdown e l’inizio della ‘fase 2’ questo weekend si potrà tornare nei luoghi di culto per le funzioni religiose. Ma con le dovute precauzioni e regole specifiche da seguire per evitare la diffusione del Coronavirus. Esplode però il caso della Chiesa Ortodossa, la quale osserva un rito eucaristico diverso da quello cattolico cristiano. Infatti prevede che il sacerdote somministri un pezzo di pane imbevuto nel vin santo direttamente nella bocca (con contatto diretto) dei fedeli in processione, con l’utilizzo di un lungo cucchiaino d’oro. Unico per tutti.
È lapalissiano affermare che in questo momento di pandemia il rischio di contrarre il Covid-19 sia elevatissimo. Cosa succederebbe se badanti o colf dell’Est (ma anche ovviamente qualsiasi altro lavoratore o professionista) – che rappresentano la maggior fetta reggiana e italiana di credenti ortodossi – si contagiassero per poi rincasare dagli anziani? Una potenziale ecatombe. E le precauzioni? Un protocollo esiste. Ed è stato inviato a tutte le cosiddette Sacre Arcidiocesi Ortodosse d’Italia e Malta da parte di Metropolita Gennadios, arcivescovo ed esarca per l’Europa Meridionale che risiede a Venezia. Un documento che si articola in diversi punti, nei quali si trattano il distanziamento sociale e altre misure. E fin qui tutto bene. Ma la Comunione non è regolata dettagliatamente.
«La distribuzione avverrà dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso. Gli stessi, indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza, avranno cura di offrire l’Eucaristia in conclusione della Divina Liturgia senza venire a contatto coi fedeli", si legge al punto 2.4. E il cucchiaino? Così abbiamo chiesto al presbitero della parrocchia San Zenone (uno dei luoghi di culto ortodossi di Reggio dove domenica dalle 9 alle 12 è prevista la prima funzione post-lockdown, mentre l’altro è alla Chiesa del Cristo in piazzale Roversi) Dmytro Yurij, che però un po’ imbarazzato ci ha rimandati a padre Evangelos Yfantidis, reverendissimo vicario generale archimandrita del trono ecumenico di Venezia, uno dei vertici degli Ortodossi in Italia. "Per voi è rischioso, secondo noi no. La nostra Fede è questa e continueremo a usare il cucchiaino...", ci liquida seccato, confermando che non saranno utilizzate alternative. C’è chi come Padre Giorgio Arletti a Modena, userà cucchiaini di plastica monouso da bruciare alla fine della funzione. Ma il mondo ortodosso crede al fatto che il vino, essendo alcolico, neutralizzi il virus, aiutato anche dall’Altissimo che renderebbe tutto immune.