REDAZIONE REGGIO EMILIA

Colpisce il fratello con la zappa: assolto

Ramiseto, la lite fra due ottantenni degenerò in un grave ferimento. L’imputato ora ha difficoltà cognitive, il processo si conclude

L’avvocato difensore Ernesto D’Andrea

L’avvocato difensore Ernesto D’Andrea

Al culmine di un litigio tra due fratelli, entrambi sugli ottant’anni, uno ha colpito l’altro più volte in testa con una zappa mentre si trovavano in villeggiatura a Ramiseto, nel comune di Ventasso. L’imputato, difeso dall’avvocato Ernesto D’Andrea, è stato assolto dal giudice Matteo Gambarati: un’infezione batterica ha compromesso le sue capacità cognitive al punto di non riuscire più a sostenere il processo. L’accusa formulata dal pm Isabella Chiesi era di lesioni aggravate, con l’aggravante dell’uso di strumenti atti a offendere. Nello specifico una vanga, recuperata nell’orto di una delle villette in cui le famiglie dei due fratelli si trovavano in villeggiatura a Ramiseto, alla fine dell’estate 2019.

Secondo quanto riferito anche dai testimoni, ossia le mogli e i figli dei due, tra i fratelli non scorreva buon sangue e le liti erano all’ordine del giorno. Uno avrebbe cominciato a dare del ladro all’altro, urlando. L’imputato ha dunque reagito prendendo una vanga e colpendolo più volte in testa, mentre era di spalle. Tra febbraio e maggio di quest’anno, l’imputato ha poi accusato una grave infezione batterica a un ginocchio che si è estesa anche a livello cardiaco, provocandogli squilibri mentali e vuoti di memoria, “come accertato dal reparto di Neurologia del Santa Maria Nuova” riferisce D’Andrea. L’avvocato ha quindi chiesto di poter nominare un perito per valutare se il suo assistito fosse nelle condizioni di continuare il processo.

Il medico legale Moreno Lusetti ha illustrato l’esito della perizia al giudice pochi giorni fa, confermando quanto riportato nel referto di Neurologia. In aula erano presenti i familiari della parte offesa, che è venuta a mancare nel corso del processo per cause non legate alla vicenda. Hanno fatto presente che durante l’estate imputato si era rivolto a un notaio assieme alla moglie: quale persona poco lucida lo farebbe? Il dottor Lusetti ha ribadito dicendo che nel caso sarebbe spettato al notaio chiedere un’ulteriore perizia, e che il fatto comunque non metteva in discussione le difficoltà dell’imputato nel partecipare al processo.

Il giudice Gambarati ha dunque accolto la richiesta di assoluzione, avanzata dall’avvocato D’Andrea, a cui si è associato anche il pubblico ministero.

Giulia Beneventi