ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Colpì la ex con la canna da pesca. Condannato a tre anni e mezzo

Il 43enne a processo è stato riconosciuto colpevole di lesioni aggravate per un solo episodio violento. Assolto invece dai maltrattamenti e sequestro di persona. Ora potrà chiedere l’affidamento in prova.

Colpì la ex con la canna da pesca. Condannato a tre anni e mezzo

Colpì la ex con la canna da pesca. Condannato a tre anni e mezzo

Lui, un 43enne, è stato riconosciuto colpevole di un solo episodio violento ai danni della ex compagna, datato 13 agosto 2023 e da lui confessato prima nell’interrogatorio di garanzia e poi ieri nel corso di spontanee dichiarazioni a fine udienza: "La colpii con un portacanna da pesca". Per lesioni aggravate, che causarono fratture curabili in oltre 40 giorni, ieri l’uomo è stato condannato a 3 anni e mezzo nel processo con rito ordinario. Il collegio dei giudici, presieduto da Cristina Beretti, a latere Giovanni Ghini e Silvia Semprini, lo ha assolto dalle altre imputazioni, ovvero maltrattamenti e sequestro di persona. Tra le contestazioni l’aver tentato di strangolarla e poi di affogarla nella vasca da bagno a testa in giù. E averla fatta camminare a quattro zampe intorno alla macchina e schiacciato la faccia sopra l’asfalto. I giudici hanno dichiarato "il non doversi procedere" per i restanti episodi di lesioni per tardività della querela. Lui era stato sottoposto dall’ottobre 2023 alla custodia cautelare in carcere; ora potrà chiedere misure alternative e l’affidamento in prova. Il pm Piera Cristina Giannusa aveva chiesto 6 anni e 10 mesi, ritenendo invece "ampiamente provati" i maltrattamenti e le lesioni, e domandando invece l’assoluzione per sequestro: "La donna dice che l’imputato era ossessionato dall’idea che lei avesse avuto storie con altri". Secondo il pm, lui aveva giustificato i trasferimenti da una casa all’altra tra Val d’Enza e Appennino, per sottrarre lei alla dipendenza della droga: "Prima di conoscerlo lei la usava in modo saltuario. E anche lui la consumava..". E ricorda di quando lei andò al centro di salute mentale, alterata per alcol e droga, con un occhio nero: "Ce lo dicono anche due psicologhe". E di quando, disperata, si gettò benzina addosso. La donna, ora ospite di una comunità, si è costituita parte civile affidandosi all’avvocato Paolo Bertozzi: le sono stati riconosciuti 10mila euro di provvisionale. Secondo gli avvocati difensori Mario Di Frenna e Lucia Larocca, fatto salvo "il brutto episodio" del 13 agosto 2023, "tutto il resto si può leggere in modo diverso". Hanno giustificato l’atteggiamento dell’uomo con la preoccupazione verso la donna che assumeva eroina, "droga che può far morire". E ricordato che lei aveva ripercorso il contenuto integrale della denuncia, ma poi, interrogata dalla difesa, aveva spesso risposto "non ero lucida" o "non ricordo". Mentre sull’occhio nero, "le dottoresse non ricordavano". E poi è stata citata una registrazione ai tempi dei fatti, a sua insaputa, in cui il 43enne ammetteva un solo episodio, ma non tutti gli altri.