GABRIELE GALLO
Cronaca

Cliente con t-shirt sul duce, è bufera. Il titolare: "Ma io sono antifascista"

Il presidente del consiglio comunale stigmatizza il comportamento dei gestori del ’Doppio Litro’. Il dem: "Non andrò più in quel locale, li ho visti intrattenersi in amicizia". L’oste Catellani: "Se tornerà gli dirò di cambiarsi la maglia"

Sopra il presidente del consiglio Matteo Iori, l’insegna del locale e la maglietta

Sopra il presidente del consiglio Matteo Iori, l’insegna del locale e la maglietta

Reggio Emilia, 25 agosto 2024 – Mussolini santo? Anche no, e su questo nessuno dovrebbe avere obiezioni. Per questa ragione, una maglietta indossata da un avventore dell’osteria Doppio Litro di Coviolo ha turbato parecchio Matteo Iori, presidente del Consiglio Comunale di Reggio. Che ha deciso di parlarne in un post sui social: "Benito santo subito, così era scritto sulla maglia di un cliente del Doppio Litro nel quale ero a cena ieri sera (venerdì, ndr ) con amici – racconta Iori – questo locale è in via Ruozzi, nella quale, al civico 25, c’è la pietra di inciampo dedicata a Adolfo Rossi, militare che dopo l’armistizio si rifiutò di servire la Repubblica di Salò e fu mandato nei campi di lavoro in Germania, dove morì a 20 anni. L’uomo, a cena con una donna, sfoggiava orgogliosamente questa bella maglia nera. Mi sono chiesto se avesse senso dirgli qualcosa – prosegue l’esponente Pd – poi ho pensato che forse era proprio ciò che si aspettava per dimostrarle quanto fosse orgogliosamente uomo e forte nel difendere le proprie idee. Non gli ho detto nulla, probabilmente sbagliando. Ho poi notato che alla fine della serata si intratteneva in amicizia insieme ai gestori. Sempre con la maglia in bella vista".

E prosegue: "Mi è dispiaciuto per più motivi", in particolare, sottolinea "per i ragazzi presenti che leggendo queste scritte possono avere segnali sbagliati. Mi dispiace che i gestori di questo ristorante si intrattengano con grande accoglienza con chi indossa questa maglietta. Avrei preferito che gli dicessero: ’Niente di personale. Però se vieni qui con quella maglia poi magari qualche cliente rompiscatole si lamenta. Puoi lasciarla nel cassetto la prossima volta? ’ Ecco, se la maglia ’Benito Santo subito’ starà nel cassetto anche solo un giorno in più, io sarò già contento. In ogni caso so dove non andrò a cena la prossima volta".

Antonio Catellani, proprietario insieme ai figli del Doppio Litro, interpellato dal Carlino conferma l’episodio ma chiarisce: "Non sono d’accordo con quanto era scritto sulla maglia di quel cliente, e le dico con chiarezza che sono antifascista. Per di più vicino a noi c’è anche una pietra d’inciampo dedicata a un martire del fascismo, di cui onoro la memoria. Però non bisogna dimenticare che io sono un esercente e non posso obbligare nessuno a togliersi un indumento. Sicuramente lo avrò salutato, come faccio con tutti i clienti; certo, se tornerà nostro ospite con la stessa maglia gli chiederò di cambiarla, perché altri clienti possono sentirsi disturbati, ma non posso obbligarlo. Mi farebbe piacere parlare direttamente col presidente Iori di quanto avvenuto".

Espressioni di amarezza, quelle di Iori, che hanno ricevuto parecchi commenti. Alcuni solidali, altri in disaccordo, come quello di Annalisa S. che dichiara di "avere un locale pubblico" e puntualizza: "Nel mio ne vedo un po’ di tutti i colori, addirittura un dj che avevo chiamato per una serata, mi disse che non sarebbe più venuto se avesse incontrato di nuovo una certa persona lontana dalle sue idee politiche. E questi sarebbero i democratici?"

Una chiosa polemica che sull’altro fronte vede i più manichei invitare al boicottaggio sia del locale citato da Iori sia di quello della signora. Posizioni più sfumate sono poi quelle espresse da Frenny S.: "Sono perplessa, non credo si possano incolpare i gestori per un cliente o un amico che indossa una maglietta imbarazzante"; o dal veterinario reggiano, e candidato per Forza Italia alle Regionali 2019, Marco Catellani: "Anche a me non piacciono gli esaltati e gli stolti per cui condivido il tuo pensiero. La cosa che mi sarei risparmiato è inserire il nome del locale".

A cui lo stesso Iori ha replicato: "Ho pensato che fosse giusto inserire il nome del locale per l’accoglienza che la persona ha avuto. Mi ha dato l’impressione che fosse un pensiero condiviso".