Reggio Emilia, 11 gennaio 2024 – E’ nato in Italia 22 anni fa ma dai tre ai quasi sei anni è tornato nel paese d’origine, lo Sri Lanka, per problemi di salute di sua madre. A causa di questa ‘interruzione’ il Comune di Correggio gli ha negato la cittadinanza. Ma lui, Shone Kevin de Silva Yakupiti, si è sempre sentito italiano e, per questo, ha deciso di presentare ricorso. Il giudice Marco Gattuso del tribunale ordinario di Bologna, sezione specializzata in materia di immigrazione, ha accolto il ricorso del ragazzo e lo ha dichiarato cittadino italiano. Secondo il giudice, infatti, la "interruzione" che assume rilievo è solo quella che arresta il percorso di socializzazione sul territorio del paese di nascita ma non è questo il caso. Il giovane, che ha vissuto per diversi anni a Modena e poi nel Reggiano, aveva presentato appunto ricorso, attraverso il proprio avvocato Davide Ascari al tribunale ordinario di Bologna, chiedendo l’annullamento del provvedimento del Comune di Correggio – dove oggi risiede – che aveva negato la cittadinanza. All’udienza del 18 ottobre 2023 il 22enne è stato sentito in aula e ha dichiarato di essere nato a Napoli, di lavorare part-time presso il Mc Donald’s a Correggio e di aver abitato sempre in Italia, in particolare a Modena e Correggio. "Ho frequentato in Italia tutti i cinque anni di scuola elementare, anche se con una interruzione perché i miei genitori erano andati in Sri Lanka; per tale ragione ho dovuto ripetere un anno in Italia" ha spiegato". Infatti dagli atti è emerso come il 22enne fosse tornato in Sri Lanka solo dal 2003 al 2007, in età prescolare. Il giudice ha successivamente sentito la mamma del ricorrente, che ha spiegato di essere in Italia dal 1995 e di essere tornata in Sri Lanka più volte ma soltanto per le vacanze e dopo la nascita di Shone, per far nascere il secondogenito.
"Avevo dei problemi di salute – ha detto – e poiché mia sorella e mia madre stavano a Napoli, l’ho portato in Sri Lanka da mia nonna. Ho aspettato che nascesse il bambino, anche se sarei voluta rientrare in Italia ma avevo dei gravi problemi con la gravidanza e sono dovuta restare li fino al 2007 perché ho dovuto attendere che si completasse la pratica per il ricongiungimento familiare". Tra i testimoni è stata quindi sentita la zia del ragazzo –, che ha raccontato degli anni trascorsi a Modena – e un’amica residente sempre a Modena. Il giudice ha quindi definito "pacifica sia la nascita del ricorrente in Italia, in data 11 ottobre 2001, che la tempestività della dichiarazione di volere acquistare la cittadinanza italiana, così come la frequenza delle scuole in Italia. "Ciò posto – ha sottolineato il giudice – lo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, diviene cittadino se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data. La norma è volta ad assicurare il diritto soggettivo della persona nata in Italia di divenire, al raggiungimento della maggiore età, a pieno titolo cittadina italiana sempre che abbia sviluppato qui la propria identità sociale e personale. Le parole ’senza interruzioni’ vanno lette con riferimento al percorso di radicamento in Italia e di costruzione qui della propria identità personale. È stato comprovato che la sospensione del soggiorno nel paese di nascita – continua – seppure non breve, trattandosi come visto di circa tre anni e mezzo, non ha interrotto in alcun modo il percorso di socializzazione, educazione e crescita della persona". Da qui la decisione di dichiarare Shone cittadino italiano. Il giudice ha quindi ordinato anche iscrizioni, trascrizioni e annotazioni di legge, nei registri dello stato civile, della cittadinanza della persona indicata, provvedendo alle eventuali comunicazioni alle Autorità Consolari competenti.