"Io precursore? Niente di tutto questo. Ho semplicemente visto alcuni progetti che stavano partendo in grandi città come Roma, Napoli e Milano, sulla scorta di ciò che stava accadendo in alcune nazioni europee, e proposi di sperimentare il presidio dell’Esercito in stazione anche in città medio-piccole, come Reggio".
Correva l’anno 2000 e l’avvocato Matteo Iotti, allora giovane consigliere in Circoscrizione VI per Forza Italia, sollevò la questione della presenza dell’Esercito in stazione. Ci sono voluti 24 anni ma alla fine la richiesta per far arrivare i militari in città è partita. "La contestazione più forte era negare un problema di sicurezza che era evidente già in quegli anni – riconosce l’avvocato Iotti, consigliere comunale di opposizione per due consigliature, dal 2009 al 2019 – Si parlava di semplice percezione, sottovalutando il problema che si è andato via via amplificando. Tutte cose che ho visto e rivisto nel dibattito di questi ultimi anni".
"E’ chiaro che, all’epoca, come oggi, la presenza dei militari non era la soluzione a tutti i problemi – aggiunge l’ex Consigliere comunale -. Ma la discussione verteva anche su un approccio integrato che vedesse protagoniste le forze di polizia, anche in borghese nelle loro attività, e il recupero di zone disabitate o abitate in modo non conforme alle norme e alla legge".
"Ricordo che vi fu una forte dialettica sulla questione delle videocamere da installare – prosegue Iotti -. Qualcosa si fece in quel senso. Il tema qui non è solo chi va a fare sicurezza in zona stazione; ma cosa si vuole fare. Il difficile non è mica piazzare una camionetta in piazzale Marconi, ma restituire intere zone, ora in mano alla criminalità, ai cittadini onesti".
ni. bo.