Reggio Emilia, 23 marzo 2024 – “Festeggiamo questo traguardo con grande gioia. E con la consapevolezza di essere un'azienda che non solo ha un presente solido, ma guarda già al futuro”. ‘Futuro’ era la parola che Alberto Lombardini, imprenditore e fondatore della Tecnove di Novellara (Reggio Emilia), stroncato nei giorni scorsi da un malore all’età di 57 anni, pronunziava più spesso. Solo qualche mese fa, a settembre, l’azienda – specializzata in carpenteria metallica su disegno del cliente, con una quota export pari al 98% - aveva celebrato i 30 anni di attività con un grande evento, nel quale si era esibito il noto comico di ‘Zelig’ Paolo Cevoli. Anche in quell’occasione, Lombardini non si era smentito: “Ringrazio chi ci ha aiutato ad arrivare sin qui – aveva detto - e guardo al futuro con grande fiducia. Il meglio deve ancora venire”.
I progetti per la sua azienda e la visione per il futuro
Accarezzava, in effetti, grandi progetti per l’avvenire della sua azienda, che fatturava 5 miliardi di lire nel primo anno di attività (il 1993) e, in trent’anni, è riuscita a sfondare la soglia dei 30 milioni di euro, con commesse in arrivo da tutto il mondo. Puntava a un’ulteriore crescita del fatturato per il prossimo biennio e intendeva consolidare il mercato extra-europeo, a partire dagli Stati Uniti fino all’Asia.
Tutto questo attraverso un costante sforzo di miglioramento dei prodotti e una ricerca incessante di manodopera qualificata. “Più che il costo dell’energia o delle materie prime – aveva dichiarato durante una visita aziendale dell’assessore regionale alle Attività produttive, Vincenzo Colla - oggi il problema più drammatico è quello della selezione del personale. Siamo alla ricerca di manodopera specializzata, ma non è facile trovare lavoratori disponibili. In azienda abbiamo un ottimo rapporto con le maestranze: tra i 160 dipendenti che lavorano in Tecnove abbiamo somali, marocchini, novellaresi, est-europei e italiani provenienti da diverse città. A tutti dico: siamo qui per lavorare. Ogni eventuale controversia tra nazioni e religioni, le usanze differenti e altro non devono incidere sulla qualità del nostro lavoro. È grazie a questa mentalità che, dal 1993, andiamo avanti, superando ogni genere di difficoltà”.
Il ‘Drake’ come fonte di ispirazione
Il suo obiettivo era ‘continuare ad aggiungere storia al proprio percorso’: tra i grandi che ispiravano il suo agire quotidiano c’era il conterraneo Enzo Ferrari, con il quale condivideva certamente la passione per la ‘Rossa’ (dai suoi profili social si capisce facilmente che ne possedeva una, alla quale era molto affezionato), ma soprattutto per una vita vissuta al massimo, impegnandosi il più possibile per ciò in cui credeva. Da lì quella foto, capace di rappresentarlo meglio di qualunque altra: sorridente, come sempre, di fianco a un’arcinota frase del ‘Drake’. "Non si può descrivere la passione, la si può solo vivere”.