REDAZIONE REGGIO EMILIA

Caso Pappacena, i medici: "L’aggredito non perse mai coscienza"

Ieri il processo per i due fratelli che pestarono a sangue Arnaldo Benetti

Caso Pappacena, i medici: "L’aggredito non perse mai coscienza"

Caso Pappacena, i medici: "L’aggredito non perse mai coscienza"

Un esame e controesame chirurgico, quello di ieri nel processo a carico dei fratelli Riccardo e Domenico Pappacena (in foto), 45 e 43 anni, accusati di tentato omicidio. Si sono presentati davanti al collegio dei giudici presieduto da Cristina Beretti, consegnando le proprie dichiarazioni per iscritto. A fine maggio era stato ascoltato in aula il modenese Arnaldo Benetti, 75 anni, ingegnere pestato a sangue il 7 marzo scorso dai due fratelli: "Caddi a terra svenuto, poi mi ripresi". Benetti era appena uscito dall’asta giudiziaria con cui si era aggiudicato una casa intestata a Riccardo Pappacena; lo stabile era stato acquistato dall’ingegnere allo scopo di allargare la mensa aziendale della Pa spa di Rubiera, di cui Benetti è presidente del Cda. L’avvocato Edoardo Salsi, ieri in aula a difesa di entrambi i Pappacena, ha chiamato a testimoniare il medico legale dell’azienda Usl di Reggio, Erjon Radeshi, redattore durante le indagini preliminari di una perizia sul caso. Il dottor Radeshi ha passato al vaglio ogni aspetto medico dei referti reperiti sia dal pronto soccorso di Reggio che dall’ospedale di Parma: "Dai documenti non emerge nessuna perdita di coscienza da parte di Benetti – spiega – né vengono riportate lesioni encefaliche tali da causarla. Non si è resa necessaria nessuna manovra salvavita". La stessa parte offesa, e qui viene citato il referto del triage ospedaliero, "nega perdita di coscienza e dolore in altri distretti" oltre alla zona del volto (in particolare l’occhio e la mandibola a destra) e del torace. Quanto ai "mezzi d’offesa naturali" adoperati dai fratelli Pappacena, ovvero calci e pugni, "possono causare la morte solo in circostanze eccezionali – ha affermato Radeshi – altrimenti saremmo sommersi di processi per tentato omicidio". Il controesame del pm Maria Rita Pantani e poi dell’avvocato parte civile Luca Pastorelli ha passato al setaccio ogni aspetto dell’analisi fornita da Radeshi, non ultimo il fatto che tra le "circostanze eccezionali" sopracitate possa rientrare l’età avanzata della parte offesa. I fratelli Pappacena sono poi ripartiti alla volta della Campania, dove vivono agli arresti domiciliari. Il processo proseguirà il 9 ottobre.

Giulia Beneventi