di Daniele Petrone
"Quei ragazzini potevano essere tesserati senza alcun problema, c’è stato un errore procedurale da parte del dirigente del Progetto Aurora. Se il presidente ci avesse contattato chiedendo aiuto, avremmo evitato giorni di malintesi e bolle di sapone...". Roberto Coramusi, responsabile relazioni esterne ed istituzionali della Figc nazionale, la federcalcio, stoppa il pallone che da giorni vaga impazzito sul caso deflagrato degli otto ragazzini di dieci anni del club reggiano del quartiere Santa Croce ai quali – a detta del presidente della società Gianni Salsi – "era stato rifiutato il tesseramento per colpa dell’abolizione dello Ius Soli sportivo".
Per semplificare tutto ai lettori, riportiamo lo stralcio fornito dalla stessa Figc nazionale con una lettera alle federazioni regionali dopo il caso-Progetto Aurora.
"I calciatori stranieri, minorenni, che sono iscritti da almeno un anno ad una qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico italiano segiono, ai fini del tesseramento, le stesse procedure dei minorenni italiani, a condizione che provino, come richiesto dalla legge, l’iscrizione scolastica".
Insomma, non è cambiato assolutamente nulla rispetto agli anni scorsi. E gli stessi otto ragazzini del Progetto Aurora, dei quali quasi sette nati o cresciuti a Reggio (escluso uno proveniente da Como) potevano essere tesserati fornendo semplicemente – come per tutti – l’attestato di iscrizione scolastica.
"Chi non ha ancora compiuto il decimo anno di età si tessera presso la Lega Nazionale Dilettanti (quindi le federazioni provinciali e regionali, ndr). Mentre coloro che hanno già compiuto il decimo anno di età si tessera attraverso il portale servizi della Figc", recita la specifica successiva allo stralcio di legge riportato sopra. Un aspetto determinante a capire il malinteso che si è venuto a creare col Progetto Aurora. "Evidentemente – continua Coramusi – il dirigente, quando è entrato nel portale dedicato alle società per la richiesta di tesseramento, è andato nella finestra sbagliata. Ossia quella prevista dalla nuova legge, ma che non riguardava assolutamente i ragazzini in questione del Progetto Aurora".
E allora per chi è cambiata la legge? Sempre per semplificare, riportiamo il regolamento. "Per i calciatori minorenni stranieri che non hanno compiuto i dieci anni di età e che non sono iscritti da almeno un anno ad una qualsiasi classe dell’ordinamento scolastico italiano le società devono corredare la richiesta di tesseramento con la seguente documentazione: certificazione di residenza con la responsabilità genitoriale, permesso di soggiorno valido o in fase di rinnovo". E "se hanno dai 10 fino ai 17 anni occorre osservare le disposizioni dell’articolo 19 del regolamento Fifa...".
Insomma, in realtà la nuova legge con l’abolizione dello Ius Soli sportivo – impacchettata, prim’ancora che l’approvazione data dal Governo Meloni in carica, da quelli giallorossi e gialloverdi quando il Ministro dello Sport era Vincenzo Spadafora (insomma, tutti d’accordo) – come già riportato anche il Carlino, all’indomani della vicenda Progetto Aurora, aveva un nobile scopo. Ovvero quello di salvaguardare e tutelare i minori non accompagnati. Ed evitare che procuratori e talent scout senza scrupoli potessero avviare una ‘tratta di giovani talenti’, portando baby calciatori nel nostro Paese, strappandoli ai genitori in madrepatria con chissà quali promesse in cambio di denaro...