FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Caso Impellizzeri, le figlie hanno lasciato il loro Dna

Sarà confrontato con quello del cadavere ritrovato a Castelnovo Sotto

di Francesca Chilloni

Caso Impellizzeri, le figlie Alessia e Maria Eleonora lunedì sono state contattate dalla stazione carabinieri di Alcamo e ieri hanno lasciato loro un campione salivare che sarà utilizzato dal Ris di Parma per la comparazione genetica con il Dna estratto dal cadavere scheletrito rinvenuto sepolto sul retro del casolare di strada Casanova 14, a Castelnovo Sotto. Dopo l’autopsia che si è svolta sabato al Santa Maria Nuova, questo è uno dei passaggi decisivi per risolvere il "cold case" relativo alla scomparsa dell’agente di commercio alcamese il 10 febbraio 2014 da Bergamo.

I tre uomini indagati sarebbero dei messinesi noti alle forze dell’ordine, uno dei quali già in carcere per un omicidio risalente al 2014. E sarebbe proprio questo pregiudicato che, collaborando con gli inquirenti, avrebbe dato indicazioni su come trovare la tomba segreta tra i campi della Bassa reggiana in cui Impellizzeri giaceva da 9 anni e mezzo. Lì probabilmente Impellizzeri sarebbe stato giustiziato, con una pistola clandestina.

Il movente del delitto? "O ha visto qualcosa che non doveva vedere oppure, tenendo presente che veniva considerato un ‘buono’, si sarà trovato in maniera inconsapevole in qualche giro criminale", ipotizza l’avvocato Giuseppe Accardo del Foro di Marsala, legale delle figlie. All’epoca l’alcamese, dopo un fallimento e gravi difficoltà economiche, stava cercando di risollevarsi collaborando con alcuni imprenditori siciliani alla vendita di auto usate importate da Alicante. Si trattava di veicoli usati per noleggi a lungo termine in Spagna che poi venivano rivendute ad autosaloni in Italia.

Il giorno della scomparsa Impellizzeri aveva appuntamento con un grosso concessionario di Bergamo (che ha 62 sedi in tutta la Lombardia), al quale però non si presentò mai. Il cellulare - dopo essere stato usato per comunicare con l’ex moglie e la nuova compagna che il volo era andato bene - si spegne e sparisce: l’ultimo contatto di cella è stato a Bergamo, nel pomeriggio.

"Non so se avesse contatti con Reggio Emilia - afferma Alessia, 33 anni -. Quella zona non è mai stata nominata da nostro padre. E spero fino all’ultimo che lui sia vivo. Io e mia sorella abbiamo sempre pensato ad un allontanamento volontario, che stesse bene in qualche posto lontano. Spero sempre che quel corpo non sia lui, che potremo riabbracciarlo".

Ma verosimilmente Gaetano Impellizzeri, 47 anni, venne ucciso lo stesso giorno del suo arrivo in aereo all’aeroporto di Orio al Serio. Come sia arrivato da Bergamo a Reggio, a tre ore e mezzo di auto, è un mistero: "Anche questo è oggetto delle nostre indagini difensive", sottolinea l’avvocato Accardo.

Probabilmente gli assassini avevano contatti tali da sapere che in quel casolare della Bassa nel 2004 era stato commesso un matricidio: un posto maledetto, in cui nessuno sarebbe andato a cercare un cadavere. Tre mesi dopo la scomparsa di Impellizzeri, tuttavia, qualcuno aprì una piccola ditta (srls) di consulenza informatica con sede proprio in strada Casanova 14.