Reggio Emilia, 18 dicembre 2019 - Mamma per scelta di bambini in difficoltà, che da quattro anni accoglie in affido temporaneo nella sua casa, la 47enne originaria di Rolo (di cui non faremo il nome per privacy) e residente a Novi (Mo), ha ospitato anche Alice (nome di fantasia, ndr ), la piccola di dieci anni della Val d’Enza la cui vicenda è finita al centro dell’inchiesta ‘Angeli e demoni’. "Il caso-pilota", lo aveva definito il giudice per le indagini preliminari Luca Ramponi nell’ordinanza di misure cautelari emessa in giugno. La donna, che insieme al marito ha accolto Alice per un anno, racconta che alcune indagate nell’inchiesta le avevano fatto un ritratto negativo della famiglia d’origine della bambina, che viveva nella casa dei nonni: "Ma quando li ho incontrati e li ho conosciuti, ho capito che erano persone splendide e generose. Io e mio marito ci siamo sentiti presi in giro dai servizi sociali, perché le loro parole non corrispondevano alla realtà". Quando ha cominciato a ospitare i bambini? "Quattro anni fa sono diventata madre affidataria tramite l’associazione Il Gelso, che si propone di trovare famiglie disposte ad ospitare bambini in situazioni di emergenza. Finora ne ho accolti tre. Feci un colloquio con i servizi sociali, e dopo un anno mi segnalarono Alice, la cui situazione familiare mi venne descritta come grave e che era stata collocata momentaneamente in una struttura. La bambina arrivò a casa mia nel giugno 2018, nel suo ultimo giorno di scuola in quarta elementare". Come si comportarono con lei i servizi sociali? "Con noi erano disponibili, nel senso che come famiglia affidataria non siamo mai stati trascurati. Una volta alla settimana accompagnavo Alice agli incontri con i genitori e con i nonni, a cui io non partecipavo, e alle sedute di psicoterapia a Montecchio, tenuti dalla psicologa Imelda Bonaretti (indagata, ndr )". Con quali professioniste indagate lei si è rapportata? "Oltre alla psicologa Bonaretti, anche con Marietta Veltri (ex coordinatrice dei servizi sociali Val d’Enza, ndr ) e Annalisa Scalabrini (assistente sociale, ndr )". Cosa succedeva durante le sedute di psicoterapia? "Talvolta Bonaretti mi chiamava nella stanza e rassicurava la bambina dicendole che ora poteva stare tranquilla, perché era affidata a me e a mio marito. Ma non era tutto". Cos’altro dicevano le professioniste? "Sia Bonaretti, sia Scalabrini e Veltri davanti ad Alice facevano ritratti negativi della sua famiglia. Dicevano che la madre, che la ebbe da adolescente, non era in grado di badare a lei e che anche il padre era problematico. È vero che entrambi avevano difficoltà, ma le parole usate per descriverli sembravano quelle di chi voleva allontanare la piccola da loro. E poi parlavano male dei nonni: dicevano che la trattavano come una bambola da sofà, che non si erano accorti dell’abuso sessuale che sostenevano avesse subito dal nuovo compagno della madre, che il nonno era scorbutico e faceva volare oggetti in casa, che era stato sgridato dal tribunale, e che la nonna accudiva fin troppo la bambina". Lei che idea si è fatta conoscendo la famiglia? "Io li ho visti per la prima volta nella primavera 2019. Ho capito che non erano certo persone scellerate: i nonni sono generosi e accoglienti, e il padre, pur nelle sue difficoltà, è molto dolce, così come la madre. Io e mio marito ci siamo vergognati dell’idea che ci eravamo fatti in base alle descrizioni delle assistenti sociali e abbiamo chiesto loro scusa". E di quanto raccontato dalle professioniste? "Io e mio marito ci sentiamo amareggiati e presi in giro perché abbiamo aiutato una bambina che poteva contare su una splendida famiglia a cui è stata addirittura tolta". Come sono ora i rapporti tra voi e loro? "Alice è rifiorita perché ora sa che può contare sull’affetto di tutti noi. E i suoi genitori e nonni durante le feste siedono alla nostra tavola. È come se fossimo diventati un’unica grande famiglia".
IL CASO
I nonni di Alice si sono fatti carico della nipote, accogliendola nella propria casa, perché i genitori avevano una situazione difficile: il loro figlio, padre della bambina, soffre di alcuni disturbi psichiatrici e ha avuto Alice (nome di fantasia, ndr) dalla relazione con una minorenne. L’11 aprile 2018, da quanto ci ha raccontato in giugno la nonna, la piccola venne tolta loro in modo brusco e improvviso: «Ricevetti una chiamata da Marietta Veltri che mi disse di non andare a scuola a prelevarla perché i servizi sociali l’avevano già presa». Dopo la relazione con il padre della bambina, la madre ha iniziato a frequentare un altro uomo, sul quale, secondo quanto ricostruito, la psicologa Imelda Bonaretti inviò una relazione alla procura insinuando il dubbio che lui avesse abusato sessualmente di Alice, accennando anche a un disegno della bambina. Nel febbraio 2018 Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali Val d’Enza, indagata, invia al tribunale dei minori una relazione in cui dipinge la famiglia a tinte cupe e ravvisa la necessità di trovare una collocazione alternativa. Nel marzo 2018 viene tolta la patria potestà ai genitori e la bambina viene affidata a un’altra coppia.
Intanto nel febbraio 2019 l’ipotesi di abusi sessuali da parte del compagno della madre viene archiviata dal giudice. Bonaretti è indagata per frode processuale e depistaggio perché un disegno della bambina, raffigurante il compagno della madre e Alice stessa (foto), sarebbe stato modificato con l’aggiunta delle mani dell’uomo allungate sulle sue parti intime: secondo gli inquirenti in base a una perizia grafologia quelle mani sono state tratteggiate non dalla bambina ma dalla psicologa. Un’assistente sociale ha anche emesso di aver redatto nel febbraio 2018 una relazione negativa sulla famiglia con una descrizione volutamente negativa della famiglia su indicazione di Anghinolfi perché bambina fosse loro tolta. Ora Alice da giugno si trova di nuovo nella casa dei nonni e del padre, in attesa di un decreto definitivo del tribunale.