GIULIA BENEVENTI
Cronaca

Carlotta e la sfida dell’integrazione: "Gli stranieri lavorano di più". Odio social contro la ristoratrice

Nell’intervista al Carlino l’imprenditrice aveva detto che gli italiani si adattano peggio a ritmi e orari "Ora vengo insultata, c’è chi mi augura di morire". Anche Salvini ha commentato: "Il suo è razzismo" .

Le vie dei social saranno pure infinite ma basta poco, pochissimo, per scontrarsi col muro dell’odio. È quello che è successo a Carlotta Bertolini, originaria di Albinea, nel Reggiano, e titolare della birreria Keller di Modena, dopo l’intervista rilasciata a Il Resto del Carlino. Piglio deciso e pochi giri di parole: "Voglio usare il mio locale per fare integrazione". Questo alla luce di esperienze con persone italiane che dimostrano un’attitudine, potremmo dire, ben più flemmatica degli stranieri di fronte agli orari e ai ritmi tipici della ristorazione; senza contare i 23mila euro messi a bilancio nel 2023 per periodi di prova mai sfociati in assunzioni, vuoi perché l’interessato a un certo punto molla o perché si dimostra inadeguato al mestiere anche dopo mesi di pratica. "Per la mia esperienza – ha detto Bertolini – le persone immigrate in Italia hanno davvero voglia di lavorare, e questo fa la differenza". Apriti cielo e spalancati ondata di disappunto sul web. Non manca nemmeno il ministro e vicepremier Matteo Salvini: "Ognuno è libero di fare quello che vuole, ma questo mi sembra razzismo" scrive il leader della Lega in un post su Instagram. "Ho ricevuto insulti e minacce – riferisce la titolare del Keller –. Sotto all’articolo commenti di persone che danno per scontato che io sfrutti gli immigrati pagandoli tre euro all’ora, un’accusa che non accetto". "Mi hanno augurato di fallire, di ricevere i controlli della finanza – prosegue –. Qualcuno mi ha anche scritto: ‘Muori’". Alla lista delle ripercussioni si aggiungono tre recensioni a una stella su Google, spuntate magicamente dopo l’articolo, senza foto né riferimenti. "Ieri (mercoledì, ndr) ho ricevuto una telefonata da un numero sconosciuto – racconta Bertolini –. ‘Salve, volevo prenotare un tavolo per stasera, ma per caso serve la tessera del Partito Comunista? Fai schifo’. E di nuovo, poco dopo: ‘Vergognatevi, comunisti, il vostro locale deve bruciare’. Inutile dire che anche nelle chat private dei miei profili social ho ricevuto diversi messaggi". Una bella bufera, che si è meritata qualche chiarimento già mercoledì sera, in un video pubblicato dalla stessa titolare. "In base alle mansioni e al livello lavorativo, un mio dipendente non prende mai meno di 8 euro all’ora, neanche quelli in prova – spiega poi Bertolini –. Io parto dalla tariffa statale ma se a qualcuno vengono affidate responsabilità maggiori, quella della cassa per esempio, si può arrivare anche a 10 euro all’ora".

Nel caso del Keller, aperto cinque giorni a settimana, l’estate è la stagione a bassa intensità: "Lavoro la metà della metà, rispetto all’inverno – prosegue – e con molta fatica sto cercando personale per quando il ritmo salirà. Dopo l’articolo sul Carlino mi ha contattato un ragazzo, italiano: oggi (ieri, ndr) viene qui per il colloquio". "Non capisco questa esigenza di massacrare gli altri online, ma di una cosa sono sicura: tra chi mi ha offeso e minacciato, è impossibile che ci siano degli imprenditori. Tanti dei messaggi di stima che ho ricevuto dopo l’articolo sono arrivati da chi, come me, ha una propria attività. Ci ritroviamo tutti nella stessa situazione. Se la mia intervista ha fatto così scalpore – conclude – è perché ho avuto il coraggio di tirare fuori ciò che tutti pensano, ma nessuno dice".