L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha, ormai da anni, indetto la Settimana della Tiroide. Nelle sue forme maligne, il carcinoma alla tiroide ha colpito, nell’ultimo anno, almeno 250 persone in provincia. Ma delle sue malattie e della prevenzione, se ne parla troppo poco.
Dottor Michele Zini, dirigente del servizio di Endocrinologia del Santa Maria Nuova, domanda elementare: cos’è la tiroide?
"E’ la ghiandola che produce gli ormoni tiroidei, che hanno effetti sul cuore, tessuto adiposo, muscoli e cervello. Soprattutto, hanno un ruolo importantissimo nello sviluppo cerebrale del feto. Per questo, durante la gravidanza è importante svolgere controlli assidui anche sulla tiroide della futura mamma, perché una malattia tiroidea non riconosciuta o non ben curata può avere effetti gravi sulla gravidanza".
Parlando, appunto, di patologie, quali sono quelle più comuni?
"Esistono quelle legate al suo funzionamento: l’ipotiroidite se questa funziona poco, o l’ipertiroidite se, al contrario funziona troppo. Poi vi sono le malattie legate alla sua struttura: forma, volume, dimensione, da qui il gozzo o i noduli tiroidei. Suddivsi in benigni o maligni".
Ecco, quelli maligni quanto incidono al momento, in termini percentuali?
"Secondo i dati che ci vengono forniti dall’Osservatorio Europeo, questi sono il 5% di tutti i noduli tiroidei individuati. Una percentuale da non sottovalutare. Infine vi è una terza categoria di malattie… Quelle, così dette, autoimmuni: le tiroiditi".
I dati delle malattie della tiroide cosa dicono?
"Una donna, nella sua vita, ha un 20% di probabilità di incorrere in una malattia della tiroide, così come un 5% dei noduli tiroidei che vengono rilevati ha natura maligna. Un altro 5% è ipotiroideo così come la stessa percentuale è ipertiroideo. Va detto che molte persone non sanno neanche di avere una delle due disfunzioni, perché non produce sintomi evidenti".
Per quanto riguarda i noduli tiroidei?
"Lì la fascia di persone interessate è molto più ampia. Il 10% nei giovani adulti che diventa un 70% in quelle anziane".
Quali sono i fattori di rischio?
"Sono due. La genetica, da un lato, e la famigliarità dall’altro. Inoltre, un fattore di rischio esterno, che può provocare il tumore è quello di esporre la tiroide alle radiazioni emesse dalla radioterapia compiuta sul collo per altre ragioni".
Dal punto di vista della diagnosi, come si procede?
"C’è un esame del sangue specifico (PhsReflex, ndr) che può prescrivere anche il medico di medicina generale"
E’ curabile?
"Certamente. Con l’intervento chirurgico o con lo iodio radioattivo. Su entrambe, a Reggio siamo all’avanguardia"
Infine, dottor Zini, come si possono prevenire le malattie alla tiroide?
"Semplicemente con l’utilizzo del sale iodato. Vi è una carenza strutturale di iodio in tutta la catena alimentare, cui si sopperisce attraverso l’utilizzo del sale iodato. Poi ovviamente, nei casi più gravi vi è l’utilizzo di farmaci oppure l’intervento chirurgico".
Nicola Bonafini