ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

"Cantatemi una canzone". Quando Francesco ’diresse’ il coro dei cresimandi di Correggio

di Alessandra Codeluppi "Se non fosse un sogno/se tutto fosse vero/se fosse vero amore che voglio far girare... ": ecco...

di Alessandra Codeluppi"Se non fosse un sogno/se tutto fosse vero/se fosse vero amore che voglio far girare... ": ecco i versi che cantarono. No, non era un sogno: in deroga al protocollo, Papa Francesco fece fermare l’auto apposta per i ragazzi di Correggio della parrocchia ’Madonna di Fatima’, e chiese loro di intonare un brano in coro, per poi improvvisare una piccola lezione di catechismo. Avvenne otto anni fa, a Carpi: fu un minuto rimasto impresso non solo in un video che ha avuto da allora un milione abbondante di visualizzazioni, ma anche e soprattutto nel cuore di chi si trovò ad assistere.

Durante la visita di Bergoglio del 2 aprile 2017 a Carpi e poi a Mirandola, quei giovanissimi di Correggio erano tra i tanti che si riversarono nel comune modenese per assistere alla messa del Papa, riuscendo fino a quel momento a vederlo solo da un maxischermo. Ma il Pontefice, attirato dal cartello "Cresima Fatima di Correggio", quando passò in piazza Re Astolfo, in barba al programma della giornata scandito da rigide tappe, chiese di bloccare la papamobile. Tra i sorrisi divertiti della sua security, chiese ai ragazzini quando avrebbero ricevuto il sacramento ("A novembre", risposero) e poi li incalzò: "Sapete cantare? Cantate qualcosa, dai!", ottenendo un "Sì" entusiastico e poi le voci intonarono versi che parlavano di amore, mentre lui muoveva le mani come fosse il direttore del coro.

Un momento indimenticabile che fu immortalato da Eleonora Cesi, accompagnatrice dei ragazzini del 2004. Tra mani strette e un grande sorriso spalancato, Papa Francesco richiamò la loro attenzione: "Una cosa, sentite: la cresima è il sacramento dello Spirito Santo. È Dio che viene a noi, non è il sacramento dell’arrivederci. Dopo la cresima si deve continuare a venire in chiesa". Si assicurò che avessero compreso: "La cresima – chiese loro – è il sacramento dell’arrivederci?". Si alzò un "No" e poi lui ribattè, divertito, un "arrivederci!", mentre l’auto si rimetteva in moto.

Furono numerosi i reggiani che quel giorno raggiunsero Carpi. Noi ci unimmo al pellegrinaggio in pullman che partì da Rolo, unico paese reggiano che fa parte della Diocesi di Carpi: l’appuntamento in piazza Eccidio della Righetta fu alle 5 del mattino per cercare di conquistare un posto che garantisse visibilità, guidati dal parroco don Jean Marie Vianney. A bordo c’era anche la famiglia di Juliana Negri e del marito, di origine argentina e residenti a Rolo. Arrivati a Carpi intorno alle 5.40, quand’ancora era buio, seguirono due ore di fila e di controlli prima di approdare nella piazza centrale, dove il Papa apparve alle 10: l’entusiasmo esplose.

Dopo pranzo Papa Francesco incontrò i sacerdoti, tra cui don Vianney che raccontò: "Ci ha ribadito come dalle macerie ricomincia una vita nuova: un riferimento al terremoto del 2012". Pure l’allora vescovo reggiano Massimo Camisasca, a tu per tu con Bergoglio, lo descrisse "familiare e semplice".

Dalle parrocchie reggiane si mossero tanti fedeli, identificabili dagli striscioni coi nomi dei paesi. Da Novellara un gruppo arrivò in bici. Molti i giovani: "Papa Francesco sa muoverti qualcosa dentro", disse Edoardo Ferrari, allora 18enne. C’erano anche 23 volontari della nostra provincia, il giorno prima richiamati in aiuto da Carpi: fecero sorveglianza sin dall’alba. Numerosi anche i malati e i disabili reggiani accompagnati dai parenti e dall’Unitalsi: "So che il Papa è passato a un metro da noi. Abbiamo alzato il bastone bianco e lui ci ha benedetti", ci raccontò allora un giovane che aveva perso la vista. Un’altra che divenne non vedente da adulta, così ci descrisse quei momenti: "Il Papa ci ha guardati negli occhi: è stata un’emozione fortissima".