YLENIA ROCCO
Cronaca

Cambia sesso dopo sei anni: annullata l’unione civile a Reggio Emilia

Federica Silva Pires, la prima trans di origine brasiliana in Italia a unirsi civilmente col modenese Fabrizio Bellesia, si è dovuta risposare per la seconda volta una volta diventata donna

Federica Silva Pires e Fabrizio Bellesia (foto Cynthia Marina Lucilio)

Reggio Emilia, 11 novembre 2023 – Un “Sì, lo voglio" che non vale per sempre, almeno legalmente. Federica Silva Pires, la prima trans di origine brasiliana in Italia a unirsi civilmente col modenese Fabrizio Bellesia, sei anni fa in Sala del Tricolore a Reggio Emilia, si è sposata ieri per la seconda volta – con la stessa persona – dopo essere diventata una donna.

In Italia, infatti, l’unione civile è valida solo tra persone dello stesso sesso. Dopo che nel 2022 Federica ha completato il percorso per la transizione, è arrivata la raccomandata dal Comune di Reggio Emilia, con la quale si avvisava che era stata fatta un’apposizione di annotazione di scioglimento della loro unione civile ai sensi di quanto afferma la legge sulle unioni civili in Italia, non consentite appunto tra persone eterosessuali. Così la coppia ha deciso di risposarsi in Comune a Modena, ma questa volta con un vero e proprio matrimonio.

“Siamo stati obbligati, è assurdo – spiega Federica –. Dal punto di vista legale ho praticamente perso sei anni di matrimonio in comunione dei beni. Avrei preferito piuttosto sapere che avremmo potuto avere dei problemi con la nostra unione civile invece che scoprirlo così. Per di più ho perso anche la mia cittadinanza italiana e ora dovrò attendere altri due anni per farne richiesta. Non ho cambiato casa e non ho cambiato marito, tanto meno residenza ma paradossalmente da oggi, a causa della legge, è come se avessi iniziato a vivere da capo la mia stessa vita".

Federica avrebbe potuto fare ricorso entro trenta giorni, intentando una causa, che non è detto potesse vincere, contro lo Stato per far valere la precedente unione civile, trasformandola in matrimonio, ma con le relative e ingenti spese legali. Un’odissea, questa, vissuta ancora da molti, riferiscono insieme Arcigay Reggio Emilia e Modena, riconducendo il problema all’ambito legislativo. "Ci sono dei seri vuoti normativi, che non rendono di fatto le unioni civili matrimoni egualitari. Bisogna tenere a mente che al di là delle ideologie, delle leggi e dei passaggi burocratici, a monte ci sono delle persone che ne pagano le conseguenze".