Calci e pugni ai carabinieri, assolto: "Incapace di intendere e di volere"

Caso chiuso per un 25enne. Fermato dai militari, li ha aggrediti anche in aula ed è stata disposta una perizia psichiatrica

Calci e pugni ai carabinieri, assolto: "Incapace di intendere e di volere"

Caso chiuso per un 25enne. Fermato dai militari, li ha aggrediti anche in aula ed è stata disposta una perizia psichiatrica

Nel giro di poche ore, un 25enne di origine marocchina senza fissa dimora ha aggredito due volte i carabinieri: la prima volta a Baiso, poi nell’aula del tribunale. Il giudice Giovanni Ghini lo ha assolto per incapacità di intendere e di volere, accogliendo la richiesta dell’avvocato difensore Gisella Mesoraca. Il giovane era stato arrestato l’8 maggio: verso le 2, i militari hanno visto il 25enne Hassan Khadrouf camminare a Baiso lungo il ciglio della strada e poi, alla loro vista, tuffarsi nella vegetazione. Fermato, si è rivolto verso due carabinieri di Toano con insulti e minacce: "Non sapete cosa sono capace di farvi. Vi ammazzo". Approfittando del fatto che un militare era andato verso l’auto per inserire i dati anagrafici, ha sferrato un pugno in testa e calci al costato a un carabiniere, che è caduto a terra. Poi ha aggredito anche l’altro, lanciando un sasso che lo aveva colpito all’addome.

Accusato di resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall’uso del sasso e di lesioni aggravate, ha dato in escandescenze anche poche ore dopo in tribunale: un calcio in faccia a un militare, un calcio al petto e sputi in faccia a un altro, un terzo spintonato. I soccorritori del 118 gli hanno dato un tranquillante ed è stata poi disposta una perizia in cui gli era stata diagnosticata la sua totale incapacità di intendere e di volere. Durante la prosecuzione della direttissima, il pm Maria Rita Pantani ha detto che il perito non era psichiatra ma psicologo e che non vi era la prova che lui avesse un totale vizio di mente: ha chiesto una condanna 2 anni e 4 mesi (incluso lo sconto di un terzo). L’avvocato Mesoraca ha chiesto invece l’assoluzione alla luce della perizia. Il giudice, esclusa l’aggravante, ha pronunciato il non doversi procedere per lesioni causa mancanza di querela. Ha disposto lo stop alla custodia cautelare in carcere e lo ha assolto.

Alessandra Codeluppi