REDAZIONE REGGIO EMILIA

"Calate le richieste di interruzione Ma pure gli obiettori sono diminuiti"

Aguzzoli, direttore Ostetricia e Ginecologia del Santa Maria Nuova: "Oggi la visione del mondo è più fluida"

L’aborto è un diritto, ma anche l’obiezione di coscienza lo è. In questo ambito, il personale sanitario ha la possibilità di rifiutare l’esercizio di un dovere imposto dall’ordinamento giuridico e contrario alle proprie convinzioni etiche, morali o religiose. Tuttavia, in provincia di Reggio, per il dottor Lorenzo Aguzzoli, direttore dell’Ostetricia e Ginecologia del Santa Maria Nuova, il tema di ‘obiezione e non obiezione di coscienza’ non mette in difficoltà il servizio. Anche perché le richieste di Ivg, sono comunque nettamente in calo: "Per quanto riguarda quelle chirurgiche, riusciamo a concentrarle tutte in un’unica giornata. Quest’anno, in nove mesi ne abbiamo effettuate 73, di media sono circa due a settimana". Per il direttore, il calo è presente anche per le obiezioni: "Ci sono meno obiettori di coscienza tra il nuovo personale sanitario, forse perché oggi la visione del mondo è più fluida"

Nemmeno l’obiezione è una criticità. "Possiamo distribuire il personale nei vari punti della provincia; non abbiamo mai avuto problemi nella gestione delle varie richieste" ha precisato.

Gli obiettori devono comunicare questa loro scelta alla Direzione Sanitaria e depositare la propria obiezione di coscienza firmata e protocollata, per questo l’Asl dispone di dati precisi dei dipendenti che si appellano a tale diritto. Nonostante ciò "gli obiettori di coscienza sono obbligati a compilare la richiesta di interruzione della gravidanza, perché l’obiezione riguarda solo le manovre effettuate nell’esecuzione dell’atto" chiarisce Aguzzoli. In sostanza, un medico obiettore non può rifiutarsi di effettuare un colloquio a una donna che decide di abortire ma, anzi, deve firmare la sua richiesta mentre l’esecuzione dell’atto abortivo viene invece affidata ai non obiettori. "Spingiamo molto i medici obiettori – spiega Aguzzoli – a effettuare i colloqui ivg perché spesso possono fornire un punto di vista differente alla donna che decide di sottoporsi al percorso. Chiariamo che non distinguiamo però su chi gestirà il colloquio per la certificazione, ma solo su chi eseguirà l’atto".

Gli obiettori, nel nostro territorio, non ostacolano la legge 194 ma è curioso osservare che secondo una mappatura, relativa proprio agli obiettori di coscienza fornita dal movimento ‘Non Una di Meno’, al Santa Maria Nuova la percentuale è maggiore nelle figure che tendono ad essere più vicine alla donna, come i ginecologi, con il 44,44 %, e le ostetriche, con il 50,79%. "Non c’è da stupirsi – commenta Aguzzoli –. Chi fa l’ostetrica assiste alle nascite, non è proprio un mestiere dedicato a interromperle. Se si è cattolici osservanti aiutare le persone è una prerogativa, interrompere una vita non è ciò che li ha spinti a diventare medici. Nella scelta della propria professione rientra sempre quello che si riverbera sull’obiezione: non è un caso che ci siano più ostetriche obiettrici che medici obiettori".

Ylenia Rocco