BENEDETTA SALSI
Cronaca

"Dammi 20 euro o ti uccido". Bulli a processo

Val d’Enza, rinviati a giudizio tre ragazzi. Altri minorenni imputati a Bologna

Il giudice Antonella Pini Bentivoglio

Il giudice Antonella Pini Bentivoglio

Reggio Emilia, 27 aprile 2016 - «Dammi venti euro altrimenti ti ammazzo, anzi ti meno». Poi con il dito indicava la gola. In un altro caso aveva alzato il tiro, pretendendo il nuovo Iphone 6, altrimenti lo avrebbe pestato. «Ora se non vuoi essere picchiato lasciami qui il tuo cellulare e vai a casa a prendere le cuffie del telefono, i soldi e tutto l’oro che hai... » Poi, rivolgendosi a un suo amico minorenne: «Altrimenti ci andiamo noi a casa, vero?»

Ecco solo alcune delle accuse che sono rivolte alla banda di bulli arrestati in Val d’Enza l’inverno scorso dai carabinieri di Montecchio. A capo del gruppo, secondo gli investigatori, un 19enne di origini marocchine.

Ieri in tribunale si è svolta l’udienza preliminare, in cui i tre ragazzi imputati – il 19enne, difeso dall’avvocato Elisabetta Strumia, e due ventenni, assistiti da Oreste Carrozza – sono stati rinviati a giudizio dal giudice Antonella Pini Bentivoglio per estorsione e rapina, in concorso tra loro (non ne riveleremo l’identità esclusivamente per proteggere la riservatezza degli altri amici minorenni coinvolti nel processo, che altrimenti sarebbero riconoscibili).

Alla sbarra al tribunale dei minori di Bologna, infatti, sono imputati altri tre ragazzini, accusati di essere i membri della banda, definita «pericolosa» dagli inquirenti. Per loro l’udienza preliminare è in programma per il 3 maggio.

Agivano in branco, nei parchi o nei luoghi pubblici. Vittime – secondo le ricostruzioni – i loro conoscenti di paese, compagni di scuola. Preferibilmente, bravi ragazzi e di buona famiglia.

Gli episodi sarebbero avvenuti tra Montecchio e Calerno, da giugno ad agosto dell’estate scorsa.

In un’occasione alcuni dei membri della banda avrebbero anche usato violenza contro una delle loro vittime.

«Vieni vieni... Non devi rompermi i c..., da te voglio i soldi e basta», si legge nel capo di imputazione. Il ragazzo preso di mira, a quel punto, si sarebbe allontanato rifiutandosi di consegnare i contanti che aveva in tasca. A quel punto i due ventenni lo avrebbero immobilizzato. «Lo bloccavano, gli sottraevano il portafoglio e si impossessavano della somma contante di 70 euro», mentre il ragazzo di origini straniere diceva: Tenetelo, tenetelo fermo... Ti è andata pure bene, anche se 70 euro sono pochi... Da oggi stai attento che torneremo ancora a cercarti».

L’avvocato Carrozza, che difende i due ventenni, precisa che gli imputati – riconosciuti dalle vittime attraverso le foto segnaletiche – si dichiarano estranei ai fatti. Il 19enne si trova ancora agli arresti domiciliari.