"Se di un nuovo supermercato c’è proprio bisogno, e anche su questo occorrerebbe aprire una riflessione, ci chiediamo se non sia possibile individuare per il Conad un’altra soluzione".
Così anche il Wwf entra nel dibattito attorno alla questione del bosco urbano di Ospizio, sulla scia del dissenso sollevato da attivisti per l’ambiente e cittadini negli ultimi mesi; di recente il presidente del consiglio comunale Matteo Iori ha tra l’altro acconsentito a un consiglio comunale aperto sul tema, in programma per settembre.
Su quell’area verde nata spontaneamente negli anni, tra il Campo di Marte e la via Emilia, è infatti prevista la costruzione di un supermercato Conad e un palazzo di cinque piani per ospitare la Casa della Comunità, il Polo territoriale Est e la biblioteca di Ospizio, che tornerebbe nella sua vecchia sede.
Un intervento per cui il presidente di Wwf Emilia Centrale, Daniele Bigi, esprime "preoccupazione", perché "nell’area in oggetto oltre ad alberi di grandi dimensioni si sta sviluppando un bosco che mostra un elevato grado di biodiversità, con la presenza già accertata di specie vegetali protette. È un rifugio per tante specie di mammiferi, uccelli e insetti".
"Non bisogna dimenticare – aggiunge – che la capacità di sequestrare anidride carbonica degli alberi è fondamentale per contrastare il cambiamento climatico".
Nei centri urbani si sviluppa un fenomeno denominato ‘isola di calore’, spiega Bigi: "Nei mesi più caldi determina un forte surriscaldamento locale, fino a 4-5 gradi centigradi in più rispetto alle zone di campagna".
Eliminare il bosco comporterebbe "un danno certo per i cittadini che abitano nelle aree adiacenti", ma anche "un maggiore uso degli impianti di climatizzazione, portando a un incremento del consumo energetico e dei costi associati".
Se proprio si vuole fare questo supermercato, è la considerazione finale, perché non farlo in un altro punto pur rimanendo sempre in zona? "A Ospizio c’è abbondanza di edifici dismessi – chiosa il presidente –. Gli annunci della classe politica porterebbero a pensare che recentemente si sia verificata una diminuzione del consumo di suolo nella nostra regione; purtroppo i dati Ispra ci riportano alla realtà mettendo in luce come ci si trovi davanti a una tendenza di segno opposto". E tra i comuni emiliano-romagnoli che hanno avuto un incremento più elevato, "c’è Reggio Emilia".
g. b.