
Il confronto che si è tenuto martedì sera al Catomes Tot sul destino del bosco di Ospizio
Tensioni e un aperto dissenso hanno caratterizzato il confronto che si è tenuto martedì sera al Catomes Tot. Un’assemblea partecipatissima, con la sala che non è riuscita a contenere le persone accorse per la serata organizzata dagli attivisti e dai cittadini che si stanno mobilitando per salvare il bosco di Ospizio.
Contestato anche le argomentazioni mese in campo dal vicesindaco Lanfranco de Franco.
All’evento erano presenti cittadini, esperti e rappresentanti delle istituzioni, tutti riuniti per discutere alternative alla cementificazione del bosco e alla costruzione della Casa della Comunità.
Ad aprire la serata è stato Davide Mattioli, perito agrario e arboricoltore, che ha sottolineato l’unicità del Bosco Ospizio: "Il bosco Ospizio ha un valore ecologico molto alto e, volendo, anche economico, ma ci sono cose che non si possono quantificare. Ci siamo allontanati dal contatto con la natura, e questo bosco può diventare una risorsa fondamentale per la città. Potremmo sviluppare progetti come una biblioteca nel parco o collaborazioni con scuole e asili. Pensiamo a cosa possono fare gli alberi se li lasciassimo fare: il Bosco Ospizio non è un semplice bosco, è molto, molto di più".
A seguire, Giuseppe Bonazzi, biologo ed ex responsabile del settore Ambiente/Energia del Crpa, ha proposto alcune soluzioni alternative: "Il punto centrale è: per quale motivo non si può fare la Casa della Comunità nell’area dell’ex San Lazzaro? L’Ausl afferma che gli edifici sono già utilizzati anche dall’Università. Noi abbiamo individuato quattro scenari possibili, con alcuni di questi più realizzabili di altri. All’interno dell’area San Lazzaro, rispetto all’insediamento nel complesso Conad, ci sono condizioni più ottimali, con tempi di realizzazione minori e già un’integrazione tra attività diverse".
Ha concluso con un appello: "Vorremmo aprire un tavolo di confronto con Ausl, Comune e il comitato di gestione incaricato del Pru San Lazzaro per salvare il Bosco Ospizio".
Il vicesindaco Lanfranco de Franco, intervenuto in rappresentanza dell’amministrazione comunale e dell’Ausl, ha ringraziato per l’invito, riconoscendo il valore della discussione: "Avete messo al centro del dibattito pubblico il tema ambientale. Vi chiedo di aspettare e giudicare le scelte che prenderemo dopo l’approvazione del Pug. Per quanto riguarda la questione immobiliare, tra Ausl e Conad c’è un rapporto formale. Nella vostra esposizione manca, però, l’aspetto commerciale, che è centrale: l’area è stata acquistata da un privato, che ha avuto il via libera per il suo progetto".
Queste parole hanno suscitato il malumore della platea, portando a tensioni e interventi accesi nei confronti dell’esponente dell’amministrazione pubblica.
Una cittadina tra il pubblico, Lorenza Franzoni, ha proposto di trasferire il Conad al Tecnopolo, ribadendo l’importanza della mediazione: "Bisogna salvare quello che c’è ora e opporsi a ciò che crea problemi. La città è stata costruita dai cittadini, non dagli amministratori".
A chiudere la serata è stato nuovamente Davide Mattioli, con un monito all’amministrazione: "Mi aspetto una presa di responsabilità pubblica. Non ci si può nascondere dietro alle sentenze".
L’Assemblea del Bosco ha infine invitato sindaco, Conad e Ausl a confrontarsi per trovare soluzioni condivise, ribadendo che il Bosco Ospizio rappresenta un bene collettivo da preservare per le generazioni future.