LARA MARIA FERRARI
Cronaca

Bosco di Ospizio, è ancora protesta. Uno striscione di 50 metri in centro

Ieri il corteo degli attivisti che sono arrivati a raccogliere 20mila firma contro la costruzione del nuovo Conad

Ieri il corteo degli attivisti che sono arrivati a raccogliere 20mila firma contro la costruzione del nuovo Conad

Ieri il corteo degli attivisti che sono arrivati a raccogliere 20mila firma contro la costruzione del nuovo Conad

Hanno srotolato uno striscione lungo 50 metri nel punto esatto dove volevano iniziare la protesta, quella contro la costruzione di un nuovo Conad, per il mantenimento del bosco di Ospizio. Erano lì, all’inizio di via Emilia San Pietro per essere visibili a tutta la città e per proseguire, rumorosi e pacifici, verso i luoghi simbolo, piazza del Monte e piazza Prampolini. E così hanno fatto, nella calca del weekend pre-natalizio, fra le migliaia di persone intente alle compere. Le rappresentanze di Assemblea del Bosco Ospizio, Ripuliamoci, Legambiente Reggio, Ecologia Integrale Reggio e Extinction Rebellion Reggio si sono unite in un corteo per urlare, più forte, che la protesta non si ferma, sfilando per il centro e chiedendo a Conad di rinunciare al progetto, contro la decisione di costruire un nuovo, ennesimo supermercato, partita dalla mozione popolare che voleva la sospensione dei lavori per il futuro Conad, proprio sopra il bosco Ospizio, e che è stata bocciata nonostante le oltre 2300 firme di cittadine e cittadini.

"Conad: lascia il Bosco Ospizio alla città", le parole impresse sullo striscione, finito steso proprio davanti agli uffici del Comune. Un corteo molto partecipato quello di ieri pomeriggio, con cori, musica e cittadini di tutte le età a sorreggere il lungo striscione. Insieme per chiedere a Conad Centro Nord di rivedere il progetto edificatorio, salvando il bosco spontaneo che si è creato nell’area dell’ex-ospizio. Un appello rivolto direttamente ai vertici dell’azienda, perché "con il suo progetto Riforestiamo l’Italia Conad prevede lo sviluppo di nuove foreste urbane in città, per contribuire alla neutralità climatica – spiegano i manifestanti –. Ma perché dunque, chiediamo, riforestare da zero, quando è possibile salvaguardare un bosco spontaneo, impedendone la sua distruzione?"

Una richiesta non utopica, tengono a precisare, ma lungimirante specie in questo periodo storico, segnato da una crisi climatica senza precedenti. "Se ci rendessimo conto del baratro verso cui stiamo andando – riflette Silvia Benedetti, una partecipante –. Dobbiamo fare di tutto per arginare questa situazione, dallo sfruttamento scriteriato del suolo a quello delle risorse ambientali. Oltre al fatto che non abbiamo bisogno di un nuovo supermercato".

Giovanni Fontanesi è un residente di un quartiere poco lontano: "Necessitiamo di più aree verdi, alberi e spazi naturali. Non ha senso impermeabilizzare il suolo restringendo il verde urbano. Vale la pena di conservarlo per le generazioni future".

In prima linea nel corteo, Alberto Grasselli dice: "Ne va della salubrità dell’aria e della salute delle persone. Chiediamo al nostro primo cittadino e a Ivano Ferrarini (ad di Conad Centro Nord) di regalare il bosco alla città, salvaguardando l’esistente. Alberi, aria e suolo vanno restituiti alla comunità, a cui per davvero appartengono".

Intanto la raccolta firme contro l’abbattimento del bosco esistente è arrivata a superare le 20mila firme: "E vogliono farci credere che non ci sia più niente da fare – contunuano i contestatori –. Ma noi siamo convinti che possiamo ancora influire sulle scelte dei nostri decisori politici".

Dopo il presidio al Conad di via Luxemburg, la marcia silenziosa e il corteo, l’assemblea promotrice delle azioni per il Bosco non accenna a fermarsi. "Non possiamo lasciare che diritti acquisiti 15, 20 anni fa, disegnino la Reggio Emilia di oggi. Non possiamo più permettercelo", esprime il suo dissenso Andrea, dell’Assemblea del Bosco.