Reggio Emilia, 6 giugno 2023 – Ad accorciare la distanza, marcata da una diffida, tra i genitori di un bambino autistico di sette anni, ai quali vengono contestati i rumori e le urla del piccolo e quelle della mamma, e due vicini di condominio, che sostengono invece di non riuscire più a vivere serenamente, sarà il sindaco di Casalgrande, comune in provincia di Reggio Emilia, Giuseppe Daviddi. Che in questa vicenda funge da diplomatico mediatore. In attesa di organizzare un confronto, ieri mattina uno dei due vicini di casa ha richiesto un colloquio col primo cittadino. Un gesto che Daviddi ha interpretato come la volontà di trovare un’intesa. "Ho colto la preoccupazione e l’interessamento dell’inquilino nel cercare di individuare una soluzione tecnico costruttiva, più che sanitaria. Parlare del servizio sanitario è sbagliato; il disagio che i due vicini percepiscono è il rumore, che si può risolvere in un altro modo: coibentando una parete, per esempio. Oggi, fortunatamente, abbiamo a disposizione tante tecnologie, non sarà difficile trovare una soluzione compatibile al problema".
Tuttavia un po’ di amarezza nella vicenda che ha coinvolto il Comune di Casalgrande resta. "Noto l’interesse a voler trovare una soluzione, anche se era qualcosa da fare prima di inviare una diffida" sostiene il sindaco. Per Daviddi, i due condomini sembrano aver capito che la notifica, da risolversi in sette giorni, è stata "un gesto duro che si sarebbe potuto evitare". Adesso l’obiettivo è trovare un confronto costruttivo; e da mediatore il primo cittadino reggiano prova ad immedesimarsi in chi dichiara di subire un disagio: "Capisco gli inquilini dei due appartamenti che dicono di non sapere più cosa fare, ma prima di un ultimatum con carte bollate c’erano, e ci sono, altre istituzioni da contattare. Queste sono lettere che feriscono". L’invito alla famiglia del bimbo autistico di rivolgersi quanto prima ai servizi sanitari ha raggiunto il dirigente del servizio sociale unificato del distretto dell’Unione Tresinaro Secchia, Luca Benecchi: "Sicuramente i genitori in alcuni momenti possono essere molto affaticati nel seguire certe situazioni, ma l’appoggio da parte nostra e dei servizi sanitari lo ricevono da sempre. Diciamo che situazioni di questo tipo non si risolvono con le diffide".