Ben 160 contratti di lavoro in meno solo nell’ultimo mese, in calo del 5,6% rispetto ad agosto 2023. E la prospettiva da qui a ottobre non è migliore, con una continua discesa verso il 5,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. L’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio (presieduta da Stefano Landi, nella foto), fatta sui dati forniti da Unioncamere-Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, evidenzia un buco significativo su un totale di 2.720 contratti.
"Quelli relativi al mese di agosto si concentreranno per il 61% nel settore dei servizi, con 1.650 nuovi contratti, dato stabile rispetto all’agosto 2023). Il 56% riguarda le imprese con meno di 50 dipendenti". Un focus sui singoli settori rileva che sono previsti 530 nuovi contratti nell’ambito dei servizi alle imprese (-20,9% rispetto ad agosto 2023), 370 nei servizi alle persone (dato immutato in un anno), 390 nei servizi di alloggio e ristorazione (+8,3%) e 360 nel commercio (+28,6%). Se il settore dei servizi nonostante tutto se la cava, l’industria già molto meno: qui sono previsti 1.070 nuovi contratti ossia 130 in meno rispetto ad agosto 2023, il 10,8% in meno.
"In questo caso – continua il report – la maggior parte si concentrerà nell’industria manifatturiera e nelle public utilities (880 unità, -15,4%) e nelle costruzioni con 190 nuovi ingressi (+18,8%). È doveroso però anche capire di che tipi di contratti stiamo parlando, dal momento che solo il 24% è a tempo indeterminato mentre nel 76% dei casi si tratta di contratti a durata predefinita. Oltre al fatto che per il 62% dei nuovi contratti viene richiesta esperienza professionale specifica.
"Le aziende incontreranno difficoltà in 54 casi su 100 nel reperimento delle figure professionali ricercate" è una stima finale della Camera di Commercio. Gli ambiti in cui le esigenze delle imprese si fanno più stringenti sono quello dirigenziale (tecnici in campo ingegneristico per l’85,1%, tecnici della salute per il 77,4%), seguono gli impiegati nella cura estetica (80,6%), nei servizi sanitari e sociali (65,8%) e gli esercenti e addetti nella ristorazione (55,3%). Per quanto riguarda gli operai specializzati, le maggiori difficoltà sono nel settore installazione e manutenzione di attrezzature elettriche/elettroniche (94,1%), rifiniture delle costruzioni (90,6%) e lavorazioni alimentari (82,1%).