L’educatrice Maria Vittoria Masdea ha parlato tra le lacrime: "L’incontro in cui resi le prime dichiarazioni al pm fu disastroso: mi fu negato il diritto di avere un difensore; tanti ‘non ricordo’ non furono verbalizzati. Fu un trauma anche la mattina del 27 giugno 2019, quando i carabinieri suonarono alle 7 del mattino a casa mia. Ero incinta da poche settimane, al rientro dalla questura sentii fitte alla pancia: mi spaventai, credevo che avrei perso mio figlio". Lei, difesa dall’avvocato Jenny Loforese, accusa: "Mi si contestano condotte cui sono estranea, in parte perché non esistono e in parte perché intenzionalmente mal interpretate". Katia Guidetti, imputata di falso in concorso con Masdea, e difesa dagli avvocati Federico De Belvis e Francesca Guazzi, aveva risposto nel 2024 alle domande in tribunale e ieri ha reso anche dichiarazioni spontanee. Secondo lei "l’inchiesta non fu condotta secondo ricerca di verità, ma di conferma alle tesi accusatorie con banali chat tra colleghi interpretate come pistola".
Ha criticato il lavoro di una delle psicologhe incaricate della Procura, Elena Francia: "Consulenze che hanno avuto gravissime conseguenze stravolgendo non solo me e gli imputati, ma anche la società e i bambini". Le archiviazioni per i procedimenti sul caso della bambina affidata alla coppia di donne"sono state motivate solo in base al caso Bibbiano. Non speravo nella condanna di qualcuno, ma si è deciso prendendo per buone congetture". Dice che era diventata "perito del tribunale, dopo anni di sacrifici: a seguito dell’inchiesta non ho più avuto nomine, la mia reputazione si è infranta". Evidenzia una contraddizione: "Siamo accusate di riferire e tacere le cose contemporaneamente, perché si sono selezionano i materiali ad hoc per sostenere un’accusa, anziché osservare gli anni di lavoro sulla situazione". Pure Sara Gibertini, assistente sociale accusata di falso, violenza privata e frode processuale, codifesa da De Belvis e Guazzi, si fece interrogare in aula mesi fa: ieri ha ribadito "la sua completa estraneità" . Nega di aver riportato il falso, "ma solo ciò che ho visto e raccolto attraverso colloqui, visite domiciliari e lavoro di équipe". Dice di non essere mai stata condizionata né da Federica Anghinolfi né da Nadia Bolognini. Per un’altra vicenda, "dai miei appunti emerge che la madre era d’accordo sul dire al figlio che il suo nuovo compagno non era il padre".
E chiosa: "Fui sospesa sei mesi dal lavoro. E tutta questa vicenda ha danneggiato i cittadini e chi ha fragilità". Sentita all’inizio la psicologa Federica Alfieri, assistita dagli avvocati Mario Bonati e Federico Donelli. E poi Marietta Veltri, ora in pensione, difesa da De Belvis, coordinatrice dei servizi. Sul caso-pilota, ha detto che un’educatrice le comunicò che "l’incontro della bambina coi nonni erano stati complicati e lei pianse. Risposi sulla chat di sospenderli perché era l’ultimo di altri segnali di disagio che lei manifestava durante gli incontri protetti. Mi ero rifatta al decreto del tribunale dei Minori, aggiungendo di parlarne pochi giorni dopo, il 5 dicembre 2018, con la consulente tecnica d’ufficio. Nonostante il mio intervento, nessuno ha poi interrotto gli incontri".
al. cod.