Reggio Emilia, 7 giugno 2023 – “Rumori, tonfi sul pavimento e urla”. Sono queste le motivazioni che nei giorni scorsi hanno spinto due condomini di Casalgrande a diffidare i genitori di un bambino autistico di 7 anni.
Il disagio, secondo gli inquilini del piano soprastante e sottostante la famiglia, persisterebbe da anni, tanto da sentire la necessità di rivolgersi ad un avvocato del territorio. La diffida, da risolversi in sette giorni, ha turbato parecchio i genitori del bambino, soprattutto per i toni. Nella notifica si menzionano, non solo le urla del piccolo, ma anche quelle della mamma, descritta come “una donna senza armi nella difficile battaglia contro questa patologia”, invitando la famiglia “a rivolgersi ai servizi sanitari adeguati”. Al momento, il ruolo di mediatore è toccato al sindaco di Casalgrande, Giusepe Daviddi che, oltre a organizzare un tavolo di confronto tra le parti, sta valutando diverse soluzioni, tra le quali anche i pannelli anti rumore.
Roberto Cucchi, da presidente di Anaci, associazione nazionale degli amministratori condominiali e immobiliari, cosa ne pensa della vicenda che ha coinvolto i genitori di un bambino autistico di Casalgrande e i due vicini di condominio?
"Non mi sento di dare dei giudizi. Per capire quello che è successo è necessario indossare le vesti di una parte e dell’altra. Quello che posso dire è che in momenti di esasperazione possa succedere di fare delle cose che, con il senno di poi, non si sarebbero fatte. Non si tratta di prendere una posizione, destra o sinistra, ma piuttosto cercare di far mediare le parti coinvolte".
La diffida ha scosso in primis la famiglia, poi l’associazione Aut Aut di Reggio. Ma ha creato parecchia indignazione anche a Casalgrande e non solo, facendo il giro d’Italia sui media dopo la notizia pubblicata dal Carlino . Ricorda di un episodio simile nella nostra provincia?
"Devo ammettere che è la prima volta che sento di una vicenda del genere".
Nei condomini sono frequenti i diverbi con le famiglie che hanno bambini piccoli?
"Sì. Le discussioni per l’eccessivo rumore che proviene da nuclei abitativi con bambini piccoli possono capitare, ma ci si ferma prima di arrivare ad eventuali diffide. Certo, ci sono le lamentele, anche frequenti, però si cerca di trovare un accordo pacifico. Penso che il disagio ce l’abbia senz’altro la famiglia con il bambino autistico, però bisogna vedere anche le condizioni di chi dichiara di subire il problema. Il rapporto con i vicini di casa è sempre una delle cose più delicate, perché oggi la vita in condominio è abbastanza difficile. È sempre più facile che questi screzi sfocino in un contrasto spesso insanabile anche per l’amministratore. Tutto si fonda sull’ educazione e sul modo di vivere nel rispetto della comunità condominiale".
In questa situazione, l’amministratore avrebbe potuto fare di più per evitare di arrivare alle carte bollate?
"No. Un amministratore, più che trovare una soluzione o far presente un problema, non ha altre facoltà. Non ha la possibilità di intervenire diversamente e alla fine ogni nucleo familiare decide come tutelare i propri diritti. Il compito di un amministratore è quello invece di garantire le parti comuni, facendo rispettare il regolamento di condominio. Questo caso non è materia condominiale da presentare in un’eventuale assemblea, è un disagio uno a uno che rientra nella sfera personale".
Tra le varie soluzioni per risolvere il problema, il sindaco Giuseppe Daviddi ha ipotizzato anche quella di usufruire di pannelli coibentati. Può essere una buona soluzione?
"In un condominio l’isolamento acustico se viene fatto durante la costruzione è efficace ma se viene realizzato a posteriori non è detto che lo sia".