È iniziata la discussione delle parti, davanti al giudice dell’udienza preliminare Silvia Guareschi, per due maestre accusate di maltrattamenti a cinque bambini in una scuola dell’infanzia statale reggiana, giudicate entrambe con il rito abbreviato. Il pubblico ministero Isabella Chiesi ha chiesto ieri la condanna a 1 anno e 6 mesi per un’insegnante che oggi ha 64 anni, difesa dall’avvocato Gianluca Tirelli, motivandola con la frequenza e abitualità delle condotte che avrebbe tenuto: secondo il magistrato, il suo era un modus operandi che includeva insulti, bestemmie, manate e lividi subiti dai bambini e raccontati nelle querele. Il pm ha invece chiesto l’assoluzione per l’altra maestra, 57enne assistita dall’avvocato Gianluca Tirelli: ha fatto riferimento a un certificato proveniente dall’ufficio scolastico provinciale, che attesterebbe l’assenza dell’insegnante, per permessi o turni diversi, negli orari in cui sarebbero avvenuti una decina di episodi. E anche perché dalle immagini dei filmati si vede lei mentre trascina un bambino per le gambe: un unico episodio che non conferma l’abitualità e la continuità delle condotte necessarie per integrare il reato di maltrattamenti.
La vicenda giudiziaria è scaturita dalla segnalazione di una madre che aveva visto sulla schiena del figlio alcuni segni rossi. Lei e altre mamme si sono poi confrontate sui comportamenti delle maestre e hanno sporto denuncia. I carabinieri hanno piazzato le telecamere all’asilo e fatto intercettazioni ambientali. Gli episodi contestati sono collocati tra il 2019 e l’inizio del 2020. Per quattro minorenni (due sono fratelli) si sono costituiti parte civile le loro tre famiglie. Secondo la tesi investigativa iniziale, la 64enne era responsabile materiale della maggior parte delle condotte, mentre la collega non avrebbe fatto nulla per stopparla e a sua volta, in un caso avrebbe trascinato a terra un bambino prendendolo per le braccia fino a portarlo all’uscita della classe e nell’altro lo avrebbe afferrato e fatto cadere.
La 64enne avrebbe anche preso a calci due piccoli, chiudendone poi uno bagno uno per punizione, nonché urlato bestemmie in dialetto. I due fratellini sono tutelati dall’avvocato Paolo Mello (studio Pellini), gli altri dagli avvocati Antonio Comberiati e Rosa Apadula, mentre il quinto non ha battuto la strada della richiesta danni in sede penale. Ieri le parti civili hanno domandato la condanna per entrambe le imputate e per i cinque bambini provvisionali da 25 a 30mila euro ciascuno. Oggi la parola passerà agli avvocati difensori per le arringhe, poi si andrà a sentenza.
al.cod.