Badanti senza contratto. Costrette a lavorare tutta la settimana per 24 ore al giorno

Sgominata un’associazione a delinquere che sfruttava donne straniere. Ben diciotto i casi di caporalato in tutta la regione, sette nel Reggiano. Arrestata una marocchina di 45 anni residente a Cavriago.

Badanti senza contratto. Costrette a lavorare  tutta la settimana per 24 ore al giorno

Sgominata un’associazione a delinquere che sfruttava donne straniere. Ben diciotto i casi di caporalato in tutta la regione, sette nel Reggiano. Arrestata una marocchina di 45 anni residente a Cavriago.

Costrette a lavorare come badanti sette giorni su sette, ventiquattr’ore al giorno: o così, o niente. Contratto? Figuriamoci. Sono queste le regole della truffa messa in atto da un’associazione a delinquere che per mesi ha sfruttato donne di origine straniera nelle province di Reggio, Bologna, Modena, Ferrara, Parma e Firenze. Ben diciotto casi identici di caporalato, sette dei quali interessano il nostro territorio (cinque in città e due in provincia). Le indagini coordinate dal sostituto procuratore di Bologna, Stefano Dambruoso e dal gip del tribunale di Bologna, Maria Cristina Sarli, hanno portato all’arresto di tre persone, per le quali è stata eseguita ieri un’ordinanza di misura cautelare in carcere. Fabio De Falco, residente a Ferrara, originario di Caserta e classe 1975, e due donne: Giuseppa De Falco, sempre originaria di Caserta e residente allo stesso inidirizzo, ma di fatto domiciliata a Castelmaggiore (nel Bolognese) e una donna di origini marocchine, Hakima El Abbi, classe 1979 e residente a Cavriago.

Una distribuzione tattica e si potrebbe dire accentrata rispetto a quanto poi la loro attività illecita è arrivata a estendersi anche nelle zone limitrofe. La scintilla che ha fatto scoppiare il caso è arrivata nell’ottobre 2023, quando una donna ha sporto denuncia ai carabinieri di San Ruffillo (Bologna) nei confronti di un’agenzia, a cui si era rivolta per trovare una badante che potesse assistere un suo parente anziano. A quel punto l’agenzia le aveva fatto subito sottoscrivere un pacchetto trimestrale per il servizio del costo di 3.400 euro, pagati con bonifico sul conto intestato alla stessa attività. In poco tempo la famiglia si rende però conto che la badante è del tutto inesperta, e nel momento in cui la donna prova a ricontattare l’agenzia questa si rende irreperibile. Dietro tale silenzio, si scoprirà poi nelle indagini, si nascondeva un quadro terribile. Una degli arrestati ricopriva il ruolo di ‘caporale’ ovvero reclutava donne straniere, principalmente nordafricane ma anche dell’Est Europa e italiane, tramite annunci di lavoro su siti internet e social. Uno dei casi emersi nella nostra città vedeva coinvolta, per esempio, una donna di origini bulgare di 64 anni. Queste donne non avevano alcuna esperienza nel settore e lavoravano senza contratto, di conseguenza senza alcuna tutela e copertura assicurativa. Per di più i loro titolari, per così dire, le minacciavano di perdere il posto qualora avessero rifiutato di lavorare a ritmi disumani. Tutto il giorno, tutti i giorni, dal lunedì alla domenica mai un riposo, oltre a retribuzioni ben lontane da quelle previste dal contratto collettivo nazionale per la categoria in questione. Una volta ottenuto l’ingaggio, era sempre la stessa persona ad accompagnarle a casa delle famiglie, dimostrando così almeno in apparenza una qualità di servizio che poi, nel giro di breve, iniziava già a tracollare. Nel frattempo però l’associazione aveva già incassato i soldi: dai conti dei tre finiti in manette sono stati sequestrati oltre 100mila euro. Solo da ottobre 2023 a oggi, erano stati capaci di mettere in piedi un traffico da oltre 420mila euro. E si parla appunto di una decina di mesi, quando però l’associazione a delinquere era entrata in attività ben prima della denuncia che ha portato alle indagini, ovvero nel gennaio del 2023.

Giulia Beneventi