
La Fiom-Cgil segnala la crisi delle imprese metalmeccaniche artigiane, con 110 beneficiarie del Fsba in scadenza e rischio di licenziamenti. La Regione chiede risorse urgenti al Governo.
Sos della Fiom-Cgil sulla crisi delle imprese metalmeccaniche artigiane. Un comparto “di nicchia”, fatto di circa 450 piccole realtà (fino a 15 dipendenti), ma ricco di professionalità importanti per le grandi aziende della manifattura industriale del territorio.
Le tute blu della Cgil, in particolare segnalano che sono 110 le imprese artigiane beneficiarie in questo momento del Fsba (il fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato equivalente alla cassa integrazione), ma per 15 di queste le 26 settimane massime previste per l’ammortizzatore sociale sono in scadenza. Dopo di che potrebbero scattare licenziamenti o chiusure, cosa già avvenuta “senza clamore” in un paio di casi. Dall’inizio dell’anno al 30 giugno la Fiom reggiana (che ha al suo interno uno specifico coordinamento artigiano formato da Brunella Corrado, Laura Russo, Fabrizio Fornaciari, Enrica Elefante, Luigi Omero, Marco Ruffoni, Daniele Sarviello e Sara Calipari) ha firmato 400 accordi di Fsba a tutela di 1.250 iscritti al sindacato. Spiega il segretario dei metalmeccanici Simone Vecchi: "Il secondo semestre per l’industria non sarà migliore del primo e gli ordinativi continueranno a calare a causa degli alti tassi bancari che riducono gli investimenti, la mancanza di politiche industriali da parte del Governo e dell’Unione europea e la perdita del potere d’acquisto delle famiglie". In particolare, aggiunge Vecchi, "sono due i settori dell’artigianato metalmeccanico fermi: quello della fliera collegata all’edilizia e quello della meccanica agricola. La Regione ha già scritto una lettera al Governo chiedendo risorse specifiche, ma serve una risposta immediata perché la crisi picchia sulle piccole aziende".