GABRIELE GALLO
Cronaca

Arrestati in Spagna i fratelli Piero e Mario Pini "Ma non hanno ruoli nell’affaire Ferrarini"

Accusati in Spagna di violenza sessuale e attacco ai diritti dei lavoratori. Gli imprenditori fanno parte del gruppo alimentare valtellinese Ma nell’azienda di Rivaltella è entrato solo il figlio e nipote Roberto

Piero Pini, arrestato in Spagna con l'accusa di violenza sessuale

Piero Pini, arrestato in Spagna con l'accusa di violenza sessuale

Reggio Emilia, 4 luglio 2023 – Sono stati arrestati sabato in Spagna, con la pesante accusa di violenza sessuale e attacco ai diritti dei lavoratori i fratelli Mario e Piero Pini, imprenditori di livello internazionale nel settore alimentare e della macellazione.

Si tratta dello zio e del padre di Roberto, la cui holding ha rilevato di recente il gruppo Ferrarini di Reggio.

Il loro fermo, e l’iter giudiziario che ne dovesse seguire, non avranno comunque alcuna ripercussione sull’iter finalizzato alla cessione dell’azienda di Rivaltella ai nuovi proprietari.

Ad assicurarlo è il legale dei Ferrarini che, sin dall’inizio, ha accompagnato la famiglia in questa complessa pratica. "Abbiamo avuto notizia della vicenda giudiziaria che riguarda i fratelli Pini già nella giornata di sabato – spiega l’avvocato Sido Bonfatti – prima che la notizia venisse comunicata alla stampa dalle forze dell’ordine spagnole. C’è stato subito un confronto con il gruppo Pini dal quale è emerso che le due persone arrestate non hanno alcuna relazione né gestionale né commerciale con la holding che ha acquisito Ferrarini".

Un dettaglio importante e non di poco conto, che segue la stessa linea di condotta di tre anni fa quando Piero Pini fu arrestato in Ungheria per frode fiscale.

All’epoca fu Lisa Ferrarini a chiarire che: "mi sono sempre confrontata con Roberto Pini (figlio di Piero, ndr ) amministratore unico e proprietario della Pini holding. Questa vicenda dà fastidio prima di tutto alla loro famiglia, ma non ricadrà in alcun modo sul gruppo Ferrarini".

La posizione odierna di Ferrarini, benchè l’ipotesi di reato formulata dalla magistratura dell’Aragona sia piuttosto grave (tramite una nota dei legali spagnoli i fratelli Pini si dicono "estranei alle accuse che respingono con forza. Fin dal primo momento i signori Pini hanno manifestato la piena collaborazione con le autorità spagnole al fine di chiarire i fatti.

Inoltre hanno fornito diversi mezzi di prova che chiariranno l’irrealtà e l’incoerenza dei fatti denunciati. Hanno piena fiducia che si faccia rapidamente chiarezza sul caso") dovrebbe essere analoga. E a confermare ciò non sono solo le parole di Bonfatti.

Risulterebbe infatti da fonti vicine ai vertici dell’azienda reggiana, che anche il commissario giudiziale nella complessa partita legata alla crisi e successiva vendita del gruppo Ferrarini, Bruno Bartoli, sia stato messo al corrente della valutazione emersa in sede di confronto tra le parti e i rispettivi legali, e abbia concordato su tutti i punti.

In poche parole il percorso di cessione del colosso alimentare fondato nel 1956 da Lauro Ferrarini, proseguirà. Recentemente ha avuto via libera dall’Antitrust e a breve alcuni rappresentanti di Pini Holding si insedieranno nel Cda di Ferrarini.

Non ci dovrebbero quindi essere rallentamenti nemmeno sul ventilato piano di investimenti da 70 milioni di euro per la realizzazione, entro il 2024, di un nuovo stabilimento e l’assunzione di 400 lavoratori.