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Arezzo elezioni 2026: confermata la data, sondaggio Demestra agita la politica locale

Il ministero dell'Interno conferma le elezioni ad Arezzo nel 2026. Un sondaggio Demestra scuote la scena politica.

Ad Arezzo si voterà nella primavera del 2026. L’indicazione era già stata data a settembre scorso dal prefetto che aveva chiarito l’incognita dell’election day. Ora è arrivata anche una circolare del ministero dell’Interno che ha messo un punto sulla questione. Questo perché gli aretini nel 2020 si recarono alle urne con alcuni mesi di ritardo: era il periodo del Covid e visto che il virus avanzava il governo adottò le restrizioni del caso per prevenire la diffusione.

In sostanza si applica la legge del 1991 che dispone che se il mandato scade nel secondo semestre, come ad Arezzo, si vota tra il 15 aprile e il 15 giugno dell’anno successivo a quello ordinario. E per questo l’amministrazione Ghinelli bis non si chiuderà nella primavera del 2025 ma nel 2026.

E le novità non riguardano soltanto il comune capoluogo. La nota del Viminale affronta anche la questione per i municipi che hanno votato nel 2021. Nell’Aretino sono Montevarchi, Sansepolcro, Anghiari e Civitella. Qui, i cittadini dovranno attendere il 2027 e la ragione è la stessa.

A Montevarchi per la sindaca uscente Silvia Chiassai c’è la sbarra del limite dei due mandati (comune sopra i 15mila abitanti), mentre a Sansepolcro il sindaco Fabrizio Innocenti è solo al primo mandato. Ad Anghiari Alessandro Polcri è al secondo ma con la riforma di anno scorso potrà aspirare anche ad altri cinque anni. Stessa possibilità per Andrea Tavarnesi, i cui anni da sindaco non sono in doppia cifra.

La dilatazione dei termini non ha però assopito la politica locale. Anzi. A risvegliare gli animi sonnecchianti il sondaggio che sta circolando da qualche giorno in città: a portarlo avanti è l’istituto Demestra che è stato incaricato di effettuare telefonate a campione.

Le domande sondano un po’ il sentiment sull’operato della giunta Ghinelli - la città sta andando nella direzione giusta? - sia tastano il terreno rispetto le preferenze degli aretini sul sindaco. I quesiti mettono al centro una rosa di nomi tra cui si chiede di esprimere la propria preferenza.

Come scegliere tra un ipotetico candidato del centrosinistra Vincenzo Ceccarelli, consigliere regionale Pd; il consigliere comunale di Scelgo Arezzo Marco Donati e l’attuale vicesindaco Lucia Tanti. La domanda si ripete anche in altri modi, mutatis mutandi, e spunta fuori così il nome di Francesco Macrì, presidente di Estra, quello del consigliere regionale Gabriele Veneri, quello dell’assessore al bilancio Alberto Merelli e dell’ex assessore Marcello Comanducci. In tutte le combinazioni di rose proposte c’è il nome di Ceccarelli e di Donati. In un’altra domanda si chiede invece un giudizio su alcune personalità aretine che sono Tanti, Ceccarelli, Veneri, Merelli, l’imprenditore Stefano Tenti, Macrì e Comanduci. Non è noto da chi sia stato commissionato il sondaggio ma in tutte le domande c’è il nome di Ceccarelli. L’obiettivo è capire come sia percepita la figura dell’ex assessore regionale nello scacchiere politico.

Inutile girarci attorno, c’è anche il suo nome tra i papabili candidati a sindaco per il centrosinistra: si tratta di un politico di vecchia data, ora di area Schlein che oggi ha il suo peso a Firenze come capogruppo dem nel parlamento regionale. Alle politiche del 2022 però venne sconfitto dalla deputata leghista Tiziana Nisini. A ipotizzare un toto-nomi, a sinistra c’è però anche Paolo Peruzzi, prima direttore e poi presidente della cooperativa Koinè. E ancora, anche Stefano Tenti, amministratore del Centro chirurgico toscano, che con la sua associazione Intra Tevere et Arno si sta prendendo uno spazio nel dibattito pubblico cittadino.

A destra i nomi sono quattro: quello della vice sindaco Lucia Tanti, in giunta dal 2015, figura chiave della lista civica OraGhinelli; quella di Gabriele Veneri, imprenditore orafo, maestro di campo alla giostra del Saracino e consigliere regionale tra le fila di Fdi. Sempre tra i meloniani aretini c’è Francesco Macrì che però ha ruoli di primo piano in Estra e Leonardo: per questo non sembra della partita. Infine, Alberto Merelli, commercialista, vicino al partito di Meloni ma anche figura tecnica di fiducia del sindaco. Tutto è da vedere anche perché nel 2025 si decide il nuovo presidente della Regione ed è impossibile pensare che si tratti di due partite separate.

Hanno già sciolto le riserve Marco Donati, ex parlamentare tra le fila del Pd, ora leader della civica Scelgo Arezzo, al lavoro per mettere insieme più liste a suo supporto e Michele Menchetti, consigliere comunale dei Cinque Stelle già è al lavoro per la prossima campagna elettorale.