Reggio Emilia, 25 aprile 2024 - Un gruppo di legali reggiani insorge contro il presidente dell'Ordine degli avvocati Enrico Della Capanna, chiedendo che si faccia da parte dopo le sue esternazioni sul 25 Aprile. La lettera è stata inviata al consiglio dell'Ordine degli avvocati reggiani e, da quanto trapela, potrebbe essere trattata martedì quando si terrà l'assemblea annuale dell'organo fissata per l'approvazione del bilancio.
Alla vigilia della festa della Liberazione, Della Capanna aveva scritto un commento sulla pagina Facebook del candidato sindaco del centrodestra, l'avvocato Giovanni Tarquini che era intervenuto con una riflessione sulla Liberazione: "Del fascismo ci siamo liberati nel 1945, ma nel 2024 non ci siamo ancora liberati dell'antifascismo. Dovremmo cercare di liberarcene", ha scritto Della Capanna. Numerose erano state le reazioni nel mondo politico sia a Tarquini sia a Della Capanna.
Gli avvocati che ora hanno preso carta e penna si rivolgono direttamente al presidente dell'Ordine, accusandolo di essersi schierato abusando della visibilità che deriva dal suo incarico. E gli rinfacciano: “Non è neppure la prima volta”.
Un possibile, implicito riferimento a quando, nell'aprile 2023, lui commentò le rivelazioni dell'ex pm della Direzione nazionale antimafia e della Dda di Bologna Roberto Pennisi a proposito di presunte indagini omesse sui rapporti tra la politica reggiana di governo e mafia (concetti che poi po stesso Pennisi 'sfumò' in un incontro all'hotel Posta): "Apprendere da siffatta fonte che le indagini più delicate condotte nel nostro territorio sulle infiltrazioni mafiose risulterebbero viziate da mancate verifiche delle segnalazioni degli organi investigativi rispetto a soggetti appartenenti alle istituzioni e a una parte del mondo politico, non può che provocare una reazione di cauto disappunto", scrisse un anno fa Della Capanna. P arole in cui molti lessero un suo invito a 'indagare a sinistra'.
La lettera
Ma veniamo alla lettera scritta da una cinquantina di avvocati in rivolta contro Della Capanna: ecco il testo integrale.
"Egregio presidente, le tue dichiarazioni in occasione del 25 Aprile hanno provocato in noi rabbia, vergogna, indignazione. Se è vero che tutte le idee vanno rispettate, questo non può essere per il fascismo che della libertà delle idee è la negazione. Se tu oggi puoi dire liberamente quello che credi è perché le donne e gli uomini che ci hanno preceduti hanno conquistato per noi questa libertà, spesso pagando con la loro vita. Abbiamo provato rabbia perché tu vuoi cancellare la storia fondante della nostra Repubblica. Abbiamo provato vergogna perché sei come noi un avvocato che deve conoscere e rispettare le leggi, in primis la Costituzione che è tutta antifascista e che fra tanti diritti e doveri pone un unico divieto: il ritorno al fascismo. Abbiamo provato indignazione perché nel tuo schierarti non ti sei spogliato del tuo ruolo istituzionale di presidente dell'Ordine degli avvocati abusando della visibilità che ne deriva. E non è neppure la prima volta. Il tuo comportamento è per noi incompatibile con il ruolo di presidente dell'Ordine degli avvocati di Reggio Emilia, città del Tricolore e medaglia d'oro della Resistenza". I nomi degli avvocati firmatari: Giovanna Fava, Etelina Carri, Annalisa Ferrari, Sarha Mineo, Gloria Bigi, Marco Scarpati, Nicola Tria, Alberto Neri, Nicola Gualdi, Sara Simonazzi, EriRka Bertazzoni, Alessandra Bonini, Federica Riccò, Agnese Maggio, Fabio Martinelli, Cristina Marconi, Angelo Russo, Maura Simonazzi, Stefano Giovannini, Luca Nasciuti, Erika Dallaglio, Cecilia Soliani, Sibilla Lipari, Andrea Consolini, Massimo Ferrari, Serena Barbato, Francesca Secchi, Alessandra Davoli, Paola Prati, Nicola Nardomarino, Alessandra Scaglioni, Amedeo Rivi, Elisabetta Strumia, Luca Lodesani, Pierpaola Belpoliti, Valeria Miari, Fabiana Grazioli, Leonardo Teggi, Celestina Tinelli, Paola Menozzi, Alessandro Occhinegro, Daniele Paterlini, Valentina Rocchetti, Annalisa Michelin, Marta Rovacchi, Lorenzo Buffagni, Claudio Bigi.