FRANCESCA CHILLONI
Cronaca

Annegato nell’Enza a 19 anni: "Non abbiamo potuto salvarti. Ora lasci un vuoto enorme"

Strazio al funerale di Danilo Colella, i colleghi dell’azienda idraulica Pellicciari portano la bara a spalla. Il ricordo di un amico: "Cerca di non far impazzire gli angeli con le tue barzellette imbarazzanti".

Annegato nell’Enza a 19 anni: "Non abbiamo potuto salvarti. Ora lasci un vuoto enorme"

Annegato nell’Enza a 19 anni: "Non abbiamo potuto salvarti. Ora lasci un vuoto enorme"

Silenzio nel quartiere di Regina Pacis al passaggio del corteo funebre, la bara in legno chiaro coperta di fiori bianchi, i colleghi dell’azienda idraulica Pellicciari srl che con la divisa da lavoro blu portano a spalla il feretro del giovanissimo collega Giustino Danilo Colella, annegato a 19 anni nel torrente Enza a San Polo in una domenica di sole e divertimento. È stato un funerale straziante e composto, quello di ieri mattina nella chiesa reggiana di via Gorizia, non lontano dall’alloggio di via Dalmazia dove il ragazzo abitava con la mamma Nataliya Kravchenko, vedova. Presenti, accanto a decine di colleghi, tantissimi i giovani: amici, compagni di classe delle scuole medie "Galileo Ferraris" di Modena, compagni del Centro di formazione Simonini dove aveva imparato un mestiere che poi lo aveva traghettato senza soluzione di continuità nel mondo del lavoro, in quella ditta dove si era fatto benvolere e apprezzare per l’impegno, la puntualità e la serietà. E i fratelli Tania, Anna e Nycola, con la fidanzatina di Danilo, tutto il tempo accanto a Nataliya. E molti esponenti della comunità ucraina locale, a cui il ragazzo apparteneva da parte di madre.

"Perché Signore dai a me, prete, il compito di dire qualcosa di sensato di fronte a questo grande dolore – ha detto don Enrico Ghinolfi nell’omelia –? Accetto questo compito per parlarvi di Resurrezione. Dio ha messo la nozione di eternità nei nostri cuori. Un anelito di eternità per affrontare l’assurdo. Donare, donarsi, amare significa confondere la morte". Ha poi preso la parola un amico che ha ricordato: "Jay Dee, Danilo, Justin, Topo Volante… Non avrei mai pensato di scrivere queste parole così presto. Lasci un vuoto enorme che nessuno potrà mai colmare. Eri un ragazzo incredibile, pieno di vita, sogni, ambizioni. Ogni giorno senza di te sarà difficile; cercheremo di essere forti. E tu cerca di non fare impazzire gli angeli con le tue barzellette imbarazzanti".

I colleghi hanno voluto portare anche all’uscita la bara, salutata sul sagrato da un lungo applauso mentre la fidanzata l’ha accarezzata disperata prima dell’ultimo viaggio verso l’ara cineraria del cimitero di Coviolo. Colella ha perso la vita domenica 30 giugno, quando si era recato con due amici a fare un picnic sulle rive dell’Enza, poco più a valle del ponte tra San Polo-Traversetolo. Dopo aver organizzato una grigliata, prima di mangiare, attorno alle 12.15, "Justin" ha voluto fare un tuffo spericolato nel torrente, ripreso dagli amici con il telefonino, lanciandosi dalla piattaforma di cemento della briglia che si protende al centro dell’alveo, accanto ad una cascata. Purtroppo in quel punto le acque sono vorticose, profonde e ghiacciate; un mulinello l’ha trascinato sotto. Carabinieri, Protezione civile con unità cinofile, vigili del fuoco con il nucleo sommozzatori, elicotteri e droni, lo hanno cercato sulle sponde e nelle acque, sperando nel miracolo: che il giovane, sia pur ferito, fosse stato trascinato a riva dalle correnti. Sul posto anche la Croce rossa di Canossa, che ieri ha inviato una delegazione al funerale. Purtroppo sono stati i sub, dopo 24 ore di ricerche, a individuare il corpo del ragazzo sommerso e a recuperarlo, poco distante dal punto in cui si era tuffato. Sul retro della foto-ricordo di Danilo distribuita al funerale, la famiglia ha scritto: "L’acqua ha coperto i tuoi occhi. Non abbiamo potuto salvarti. Dormi bene, piccolo nostro, il nostro orgoglio, il nostro tutto".