Angeli e Demoni, la difesa: "La consulente della Procura ha inventato una malattia"

Il legale dell’imputata Nadia Bolognini contro le analisi fatte da una psicologa "Ha parlato di danni irreversibili senza una diagnosi. Queste sono dichiarazioni false".

Angeli e Demoni, la difesa: "La consulente della Procura ha inventato una malattia"

Angeli e Demoni, la difesa: "La consulente della Procura ha inventato una malattia"

"La consulente della Procura ha inventato una malattia dal nulla per un bambino: ha fatto una diagnosi senza aver fatto la diagnosi". Al termine delle udienze in cui la psicologa Rita Rossi è stata ascoltata nel processo sui presunti affidi illeciti di minori a Bibbiano, l’avvocato Luca Bauccio, difensore della psicoterapeuta Nadia Bolognini, ha chiesto che siano trasmessi alla Procura generale di Bologna gli atti che riguardano la sua analisi scritta su un bambino, datata aprile 2019, e le deposizioni in tribunale, ravvisando il reato di false dichiarazioni. Il collegio dei giudici si è riservato la decisione. Rossi ha parlato dell’esistenza di un danno psichico per il bambino "definito irreversibile e irreparabile, e che si è riflesso su tutte le aree di vita del minore. Ma lei ha detto più volte - rimarca Bauccio - di non aver formulato la diagnosi: ciò sembra deporre a sostegno del dolo". Perché c’è il falso, secondo Bauccio? "Perché è stata decretata l’esistenza di una malattia, senza averla prima accertata". E ha citato la Cassazione, secondo cui c’è il falso non nel caso di un’interpretazione che può anche essere errata, "ma quando si viola un parametro predeterminato dalle norme o tecnicamene indiscusso. Ed è indiscusso in tutto il mondo che l’accertamento di una malattia deve seguire a una diagnosi. Questa condotta ha avuto conseguenze perniciose, ha determinato la Procura a compiere atti, ha fondato la richiesta e l’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare e ci ha portati sino a qui...". E cita sentenze secondo cui la diagnosi fatta al telefono da un medico viene considerata un falso: "Non interessa se la malattia c’è o meno, il dottore è tenuto a farla di persona". Rossi, argomenta il legale, ha sostenuto che ritenesse lesivo somministrare test al minore. "Ma allora avrebbe dovuto dire al pm che non poteva procedere e non avrebbe dovuto trarre conclusioni". E afferma che tutte le linee-guida degli Ordini degli psicologi, anche quello regionale, "dicono che i colloqui e i test sono ineludibili per accertare una malattia. Dunque ci troviamo di fronte a una pura invenzione". Nel 2012 lei pubblicò un libro sulla testimonianza del minore nei casi di abuso: "Rossi scrisse che lo svolgimento di una consulenza per il pm va corroborata da ripetute valutazioni, colloqui e test sul bambino". E ha richiamato i concetti che la Corte d’Appello espresse per assolvere lo psicologo Claudio Foti col rito abbreviato per la terapia csu una 17enne. Ha poi portato un elemento di prova, depositato dall’avvocato Rossella Ognibene (che difende Federica Anghinolfi, ex responsabile dei servizi sociali) che contrasta con l’assunto del danno irrimediabile al bambino: "Un anno dopo un ente pubblico nel maggio 2020 lo sottopose a una consulenza. Lui risultò con quoziente intellettivo medio-alto, sereno, con amici e andava a giocare a calcio quattro volte alla settimana".

Alessandra Codeluppi