STELLA BONFRISCO
Cronaca

Andrea Pennacchi: "Il mio Arlecchino inedito... e veneto"

Lo spettacolo nel weekend sul palco del Teatro Valli "Commedia dell’Arte attuale anche dopo secoli".

Andrea Pennacchi interpreta Arlecchino, regia e. scrittura di Marco Baliani

Andrea Pennacchi interpreta Arlecchino, regia e. scrittura di Marco Baliani

"Arlecchino?" Sì, un Arlecchino come non lo si era mai visto. Un Arlecchino che accentra su di sé l’intera tradizione della Commedia dell’Arte e di quella scenica. "Arlecchino?" è al Teatro Valli domani e sabato alle 20,30, ancora in replica domenica 30 marzo alle 15,30, con Andrea Pennacchi, la regia e la scrittura di Marco Baliani.

Andrea, che operazione è stata fatta sul personaggio di Arlecchino?

"Marco Baliani ha voluto fare una sorta di test su questo importante personaggio del teatro, ripristinando testi classici della tradizione in lingua veneta e italiana, in particolare di Carlo Goldoni. Ma non soltanto: anche guardando a come i registi in passato hanno affrontato la messa in scena di questo repertorio. Per verificarne l’attualità anche a distanza di secoli. Di fatto la trama rimane la stessa di "Arlecchino servitore di due padroni", che viene di volta in volta tradita per poi essere ricostruita".

E lei che Arlecchino è?

"Un Arlecchino con la mia fisicità. Posso dire con certezza che non mi muovo con la stessa agilità con cui si muoveva l’Arlecchino ‘scimmia’ di Giorgio Strehler. Credo di assomigliare un po’ di più a un Arlecchino ‘cinghiale’. In questo Arlecchino c’è anche un po’ di me e di Baliani, che per la prima volta ci siamo confrontati con la maschera. Mi diverto moltissimo. Io non ho una formazione rispetto alla Commedia dell’Arte, sto vivendo questa esperienza come un bellissimo gioco, insieme a una squadra di colleghi molto bravi: Marco Artusi, Maria Celeste Carobene, Miguel Gobbo Diaz, Margherita Mannino, Valerio Mazzucato, Anna Tringali".

Il pubblico come sta accogliendo lo spettacolo?

"Finora molto bene. Abbiamo superato la centesima replica e il pubblico, da sud a nord, ci sta accogliendo con grande calore".

Lei è di Padova. Proporre uno spettacolo in lingua veneta può essere un limite?

"Non credo e non abbiamo avuto questo ritorno dal pubblico portando in giro per l’Italia lo spettacolo. Il veneto è senz’altro una lingua locale ma ha una lunga tradizione teatrale. Come il napoletano, il siciliano e altri vernacoli. Fino agli anni Sessanta era consuetudine rappresentare commedie nei dialetti italiani, anche perché scritte in modo che il testo fosse comprensibile a tutti".

Continueremo a vedere il Pojana a Propaganda live su La 7?

"Assolutamente sì. Continuo a essere in tournée con "Una piccola Odissea" e "Mio padre: appunti sulla guerra civile", sono impegnato in un paio di set cinematografici e con Paola Cortellesi ho da poco terminato due nuovi episodi della serie "Petra", su Sky".