Reggio Emilia, 13 agosto 2019 - Interrogatorio fiume ieri in Procura per il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti. Il primo cittadino, ancora ai domiciliari per il caso ‘Angeli e demoni’, è stato chiamato dal pm Valentina Salvi, titolare dell’inchiesta. «Carletti è stato convocato e ha risposto a tutte le domande - dice il suo avvocato, Giovanni Tarquini -, ribadendo la propria piena correttezza in rapporto alle vicende che lo riguardano».
Arrivato con il suo legale in Procura poco prima delle 10, il sindaco di Bibbiano è stato interrogato per oltre tre ore, dalle 10.15 alle 13.30, con una breve pausa alle 11.30. Ai domiciliari da quando è partita l’inchiesta, misure finora confermata nonostante la richiesta di scarcerazione, Carletti ha ribadito di non aver mai saputo ciò che si nascondeva dietro la facciata, ovvero i comportamenti alla base delle accuse a operatori. Lui si era fidato di ruoli e di responsabilità di persone che non avrebbero dovuto rappresentare una minaccia, ma piuttosto una tutela per i bambini.
Carletti si è presentato ieri in Procura in camicia bianca, lineamenti tirati, ma è apparso anche deciso a combattere la propria battaglia. Le ipotesi di accusa sono abuso d’ufficio e falso ideologico. Ma la linea del primo cittadino Pd, travolto anche politicamente dal suo coinvolgimento nell’inchiesta, ha puntato a ribadire la sua correttezza e buona fede. Quindi l’impossibilità di conoscere cosa si nascondesse dietro la facciata di professionisti ai quali si affidava con fiducia l’infanzia dei propri paesi.
Per la Procura occorre spiegare perchè sia stato affidato senza bando pubblico il servizio di psicoterapia al centro ‘Hansel e Gretel’ di Torino e perchè ai professionisti Claudio Foti, Nadia Bolognini e Sarah Testa sia stato permesso di esercitare senza pagare un canone nei locali della ‘Cura’ di Bibbiano (il danno per Ausl e Unione sarebbe di circa 200mila euro). Non si è parlato ieri del compenso di 135 euro all’ora per gli psicoterapeuti torinesi.
Il sindaco Carletti aveva già ribadito nel primo interrogatorio di ritenere le cifre contestate come compensi normali per quelle prestazioni. E che molte decisioni sarebbero state prese in modo collegiale dalla giunta dell’Unione dei comuni, anche tramite variazioni di bilancio di cui il sindaco di Bibbiano ha più volte sostenuto di non aver conosciuto i dettagli.