ALESSANDRA CODELUPPI
Cronaca

Ammazzato a sprangate in casa, la procura: è omicidio volontario

L’orrore a Morsiano di Villa Minozzo (Reggio Emilia): martedì l’autopsia a Modena sul corpo del 63enne Stefano Daveti. Intanto si cristallizzano le accuse nei confronti dei vicini di casa, Emore e Cristian Chesi (padre e figlio)

I carabinieri davanti all’abitazione di Daveti a Morsiano di Villa Minozzo; mel tondo, una bella foto della vittima

I carabinieri davanti all’abitazione di Daveti a Morsiano di Villa Minozzo; mel tondo, una bella foto della vittima

Reggio Emilia, 29 giugno 2024 – Avrebbero agito con il proposito di causare la morte di Stefano Daveti, 63 anni, originario della Spezia e residente da una decina di anni nel nostro Appennino, morto lunedì sera all’ospedale Maggiore di Parma, dopo tre giorni di agonia a seguito di un’aggressione subita casa sua, a Morsiano di Villa Minozzo. È quanto suggerisce l’ipotesi di reato provvisoria a oggi formulata dalla Procura: omicidio volontario in concorso per i suoi vicini di casa. I due indagati, padre e figlio, sono Emore Chesi, 66 anni, e Cristian Chesi, di 47. Intanto continuano gli accertamenti promossi dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Maria Rita Pantani, che ha disposto l’autopsia sul 63enne, passaggio che si terrà martedì al Policlinico di Modena, in vista del quale le parti hanno la facoltà di nominare un proprio consulente medico-legale.

I carabinieri , che stanno continuando a raccogliere testimonianze, hanno sentito il fratello della vittima Renzo e l’ex moglie Rosamaria. E hanno sottoposto a sequestro nei giorni scorsi una spranga e un paio di guanti. Dalle prime risultanze, è emerso che l’uomo è stato colpito a sprangate: inizialmente era stato ipotizzato il reato di lesioni gravissime, ma poi il decesso ha imposto una modifica. Dalle verifiche fatte in questi giorni per chiarire la dinamica dei fatti e valutare poi come inquadrarli, la Procura ritiene al momento che vi sia stata un’intenzionalità nell’azione che ha condotto alla morte.

Nei giorni scorsi l’avvocato Domenico Noris Bucchi aveva colloquiato con i vicini di casa, incontrandoli lunedì e poi martedì: "Posso solo dire di aver trovato due persone sotto choc e distrutte dal dolore", aveva riferito il legale. I fratelli della vittima, Renzo e Andrea Daveti, si sono rivolti all’avvocato Andrea Lazzoni: per i funerali si dovranno attendere l’esame sul cadavere e poi il nulla osta della Procura. Pare che Daveti avesse avuto diverse liti coi vicini. Lui, che soffriva da tempo di problemi psichici, era seguito dai servizi sociali. Da una prima ricostruzione dei fatti, al vaglio degli inquirenti, sembra che venerdì sera scorso padre e figlio avessero discusso con la vittima. Daveti avrebbe litigato con il vicino anziano che stava tagliando l’erba. L’anziano si sarebbe aggrappato alla ringhiera del cancello di Daveti, poi la grata ha ceduto cadendo sul pensionato.

A quel punto Daveti sarebbe salito sul cancello: dopo aver visto la scena, il figlio avrebbe preso una spranga metallica e sarebbe entrato in casa di Daveti, colpendolo più volte mentre era in camera da letto. Padre e figlio si sarebbero allontanati per poi dare l’allarme, facendo intervenire loro stessi la pubblica assistenza.