ELISABETTA GRASSI
Cronaca

Alla conquista di Milano. Lo stilista Manzini lancia il suo primo showroom: "Mi ispiro ai film francesi"

Il reggiano Matteo Evandro commercializzerà il marchio ’Les Filles d’Eva’ "Ho iniziato a creare abiti e capi ad effetto per vip, influencer e modelle".

Il reggiano Matteo Evandro commercializzerà il marchio ’Les Filles d’Eva’ "Ho iniziato a creare abiti e capi ad effetto per vip, influencer e modelle".

Il reggiano Matteo Evandro commercializzerà il marchio ’Les Filles d’Eva’ "Ho iniziato a creare abiti e capi ad effetto per vip, influencer e modelle".

Manca meno di un mese all’apertura nel cuore della capitale meneghina del primo showroom direzionale di Matteo Evandro Manzini, talentuoso stilista reggiano, che disegna, realizza e commercializza il marchio di moda Les Filles D’Eva.

"Sarà nella centralissima zona di San Babila – spoilera il diretto interessato, che racconta – Stiamo lavorando tantissimo, perché sia tutto pronto e glamour a gennaio. Finora eravamo presenti in Italia e all’estero in altri contesti multi-brand, oltre che

online. Questa è la naturale evoluzione". Partita nell’era covid la moda di Manzini ora fattura il 60% delle proprie vendite all’estero, soprattutto in Medio Oriente, paesi del nord Europa e Spagna: "Tutto nasce da un momento difficilissimo come quello della pandemia, in cui siamo partiti vendendo solo online, poi, alla riapertura degli store fisici, abbiamo inaugurato dei pop up temporanei brandizzati in cui far vivere al top della clientela un’esperienza piacevole, tramite eventi con influencer, vip e stampa, e aperitivi o cene esclusive".

Qual è la sua cliente ideale?

"È molto variabile, ma penso spazi fino alla signora dell’alta società capace di spendere 50mila euro in una borsa firmata di coccodrillo, che però ogni tanto ha voglia di un capo o un accessorio di qualità senza spendere una follia".

Quali le caratteristiche dei suoi prodotti?

"Innanzitutto, va detto che è tutto esclusivamente made in Italy, con finiture di livello e realizzato con tessuti naturali ed è proposto ad un prezzo competitivo".

Il suo team come è composto?

"La mia azienda ha sede a Cernusco e con me lavora uno staff di una decina di persone. Assumo solo chi crede nel progetto, dimostra senso di responsabilità, grinta e impegno. Scelgo sempre donne, perché risolvono meglio i problemi e sanno dare vita a soluzioni alternative".

Quando ha iniziato a pensare di occuparsi di fashion?

"Sono cresciuto nella moda, mia zia a Rubiera ha da sempre una boutique in cui ho respirato questo mondo. Già da piccolo disegnavo quaderni e quaderni di figurini. Poi ho fatto il liceo artistico e il Dams a Bologna. Poi ho deciso di laurearmi in marketing e comunicazione, una scelta che si è rivelata molto utile per il mio lavoro. Durante un mio soggiorno estivo all’estero poi ho superato l’esame per entrare alla prestigiosa Saint Martin’s School of Art di Londra. In questa accademia ho imparato molto, insieme alle esperienze lavorative fatte in altri marchi di moda".

Spesso la vediamo in eventi dello showbusiness tra modelle, vip e influencers, quanto hanno contato nel suo lancio, insieme alla presenza massiccia sui social media?

"Tantissimo, ho iniziato a creare abiti proprio per loro che avevano sempre bisogno di capi nuovi e d’effetto per le diverse occasioni. Mi sono ispirato ai film francesi, che adoro, degli anni ’60 e ’70. Tutto poi è nato al tavolino di un caffè parigino durante la settimana della moda. I social infine sono stati fondamentali (il suo profilo personale

su Instagram conta quasi 200mila followers e 50mila quello del marchio Les Filles D’Eva, ndr) per fami conoscere velocemente".

Quali sono gli ingredienti del suo successo?

"Penso sia una mix tra la mia curiosità, lo stare attento alle dinamiche del mercato e i piedi in terra che mi provengono dalle mie origini emiliane".

La sua ultima collezione a cosa si ispira?

"La donna che ho in mente e che propongo è romantica, sensuale, ma dallo spirito rock and roll. Ho scelto i trend di stagione: l’abito sottoveste, il tubino, il blazer e il trench, reinterpretandoli secondo il mio stile".

C’è un sogno ancora nel cassetto?

"Certo, ad esempio quello di poter disegnare per un big brand internazionale con una storia prestigiosa".