Ci sarà senza dubbio chi è stato prudente con cognizione di causa. Altrettanti però durante le feste di Natale, notoriamente un periodo in cui si brinda molto più del solito, avranno tenuto il gomito basso per pura e semplice paura di vedersi stracciata la patente davanti agli occhi. Meglio così, ci mancherebbe. Per quanto riguarda l’alcol alla guida, le regole in vigore dal 14 dicembre scorso non vedono un inasprirsi delle soglie di tolleranza ma delle sanzioni. La prima soglia critica è sempre tra 0,5 e 0,8 ma ora si ha una sanzione tra 573 e 2.170 euro, con sospensione della patente da 3 a 6 mesi. Con un tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 sanzione detentiva e pecuniaria, oltre alla sospensione della patente da 6 mesi a un anno; se il tasso supera 1,5 sanzione detentiva e pecuniaria e sospensione della patente da uno a due anni. Tolleranza zero per i neopatentati.
Ascoltando le opinioni di alcuni ristoratori, il monito del Ministero a non bere se poi ci mette al volante pare sia stato ascoltato o, comunque, sentito forte e chiaro dai cittadini. "A quello si aggiungono delle motivazioni anche economiche, secondo me – considera Gianni Brancatelli, titolare del ristorante Cacio e Pepe –. Credo anche che ci sia stata un po’ di disinformazione: spetta a noi ristoratori educare i clienti a bere in maniera responsabile". "Una persona adulta, con un metabolismo nella norma, con due bicchieri non corre rischi. A meno che non si tratti di un neopatentato, ovvio – aggiunge –. Sta a noi ristoratori anche applicare il giusto ricarico dei prezzi, altrimenti tra la paura dei controlli e quella di spendere troppo la gente tende a spendere meno". Nel periodo delle feste "una leggera flessione c’è stata sul consumo di alcol, ma minima – conclude – ed è stata dettata da una paura più emotiva che sostanziale. Comunque noi ora chiudiamo per ferie, ma quando riapro metto di nuovo in funzione l’etilometro a gettoni".
"In questo momento sento dire spesso dai clienti: “Non bevo più perché devo guidare“ – dice Federico Riccò (Bottega 39). Difficile quantificare se la gente ha bevuto meno rispetto ad altri periodi natalizi, ma starei in ogni caso su una percentuale davvero ridotta". In generale "sono state delle feste secondo me un po’ sottotono rispetto ad altri anni – considera –. Parlo soprattutto del periodo che va dal 10- 15 dicembre al Natale, che di solito è pieno di cene aziendali, quest’anno è stato molto meno frizzante. Come dico sempre, non c’è mai un fattore unico: sicuramente il centro storico sta soffrendo, ma d’altro canto tante imprese ora tendono a fare le cene col catering direttamente in azienda. Forse anche per spendere un po’ meno".
‘Sottotono’, secondo Stefano Corradi (titolare della vermuteria Guascone), è un termine che si addice anche alla sera della Vigilia di Natale, quando di solito il centro si riempie di giovani. "C’è stata meno affluenza dell’anno scorso – dice – credo sia perchè quasi tutti avevano già bevuto al cenone a casa, perciò hanno preferito non spostarsi". A livello di incassi veri e propri, anche il Guascone non ha registrato grandi differenze. Abitudini diverse però sì. "Ho notato che ora molte persone, quando sono lì lì per andare via, bevono dell’acqua". In molti casi quindi quello che sarebbe stato ‘l’ultimo giro’ si trasforma in una mezza di naturale, per stare sul sicuro. "Sicuramente i clienti ne parlano tanto del nuovo Codice, c’è un’attenzione in più" aggiunge Corradi.
Se al Guascone vince l’acqua, alla Cirenaica a quanto pare va forte la Coca-Cola: "Già da prima che il Codice entrasse in vigore molti gruppi di ragazzi, soprattutto più giovani, hanno sempre tra loro quello che guida e quindi non beve – riferisce Alex Trivini Bellini –. La Coca-Cola forse non farà benissimo alla salute ma di sicuro ti salva la patente. Nell’ultimo periodo ne ho venduta circa il triplo del solito. In generale, e per fortuna, noto che la gente è più prudente".