GIULIA BENEVENTI
Cronaca

Gli alberi abbattuti dal... Pnrr. La riqualificazione delle scuole stermina cedri, palme e ulivi

I progetti all’Aosta a Reggio Emilia e alla Pezzani di San Polo prevedono il taglio di diverse piante già esistenti. Il botanico Pellini: "Ripiantumarle non è la stessa cosa". Ambientalisti sul piede di guerra

I lavori di demolizione iniziati da poco all’istituto scolastico Aosta a Reggio Emilia

I lavori di demolizione iniziati da poco all’istituto scolastico Aosta a Reggio Emilia

Reggio Emilia, 28 giugno 2024 – “Sembra quasi che risorse del Pnrr, scuole e alberi non possano convivere". Ugo Pellini, esperto botanico, non parla solo del caso della scuola cittadina Aosta, oggetto di un cantiere enorme in virtù del quale sono stati abbattuti quattro cedri. Il riferimento va anche alla scuola di San Polo, dove il gruppo Reggio Emilia Ripuliamoci si sta attivando per evitare l’eliminazione di oltre dieci piante in vista della riqualificazione. Se si aggiunge la battaglia per salvare la quercia dove sorgerà la nuova palestra dell’istituto Zanelli, fanno tre episodi dai connotati identici: fondi da non perdere, edifici da rifare e piante, a quanto pare, da tagliare. "Uno può anche minimizzare – continua Pellini – ma tre alberi tagliati qua e tre alberi tagliati là… è una questione di principio, un’alternativa deve essere sempre presa in considerazione, mentre ogni volta si cade sullo stesso ricatto: se non mandiamo avanti il progetto subito, i fondi andranno persi".

"Naturalmente, con la promessa di ripiantare altrettante piante – prosegue – ma in termini di assorbimento di Co2 non c’è paragone. Prima che una pianta nuova raggiunga il livello di compensazione di una decennale, ne passa". Fare, disfare, tagliare, ripiantare: "È una forma di consumismo che prevale sulla natura e sulla cura dell’esistente – conclude –. Un tempo la moda era quella di tagliare alberi per poter fare le ciclabili, ora sarà cambiato il trend. E sempre ‘a fin di bene’, ovviamente".

A San Polo nuova scenografia, cioè quella della scuola Pezzani, ma stessa musica: "La vogliono rifare da cima a fondo, rendendola autonoma dal punto di vista energetico – spiega Pietro Maestri del gruppo di volontari Reggio Emilia Ripuliamoci –. Abbiamo chiesto delucidazioni e ci è stato detto che i parametri del Pnrr non consentivano altre soluzioni". Nel caso specifico, non sarebbe possibile spostare la posizione dell’edificio per mantenere le giuste distanze dall’alta tensione, e nemmeno si potrebbe limitare lo spazio alla base aumentando i piani, quelli esterni devono essere due al massimo.

Sette cedri del Libano, una palma, un ulivo, tre alberi da frutto, un pino, un noce e altre tre piante rischiano di essere abbattute – continua Maestri –. Ci risulta siano state messe a dimora da ex alunni che oggi sono adulti: vorremmo coinvolgere loro, e la cittadinanza tutta, perché crediamo che un compromesso sia possibile. Anche il sindaco si è detto disponibile a un confronto".

"Abbiamo visto negli ultimi giorni sul Secchia cosa vuol dire continuare con la politica ‘taglia alberi’ senza alcuna prevenzione – aggiunge –. Così come l’albero caduto alla scuola di Rivalta: si è urlato al miracolo perché non c’era nessuno, ma non è stata una fatalità, per costruire la barriera antirumore hanno tagliato parte delle radici".

"In piena crisi climatica è ora di smetterla di girarci attorno – chiude –. Serve una nuova politica, altrimenti non si sa dove andremo a finire".