Reggio Emilia, 22 aprile 2022 - L'orrore ieri mattina a Reggio Emilia, dove il noto avvocato Aineo Redo, è stato trovato morto in galleria Bnl, in pieno centro, con un taglio alla gola.
"Aineo era straordinario. È stato un grande esempio per tutti noi". Non riesce a trattenere le lacrime, l’avvocato Mario Di Frenna: per lui il 49enne venuto a mancare era più di un collega col quale divideva dal 2007 lo studio legale di via Malta 7, insieme all’avvocato Franco Beretti. Era anche un amico con cui condividere le passioni. Come il calcio, nella squadra degli avvocati reggiani ‘Duralex’, in maglietta granata. "Ho visto Aineo l’ultima volta ieri sera (mercoledì, ndr), quando abbiamo giocato una partitella. Ci siamo salutati alle 23.30. Lui mi ha detto: ‘Ci vediamo domani in ufficio’. Ma alle 10.50, quando io sono arrivato, lui non c’era. Poi mi hanno chiamato i carabinieri...".
Ieri gli uomini dell’Arma hanno raccolto anche la testimonianza di Di Frenna. "Aineo era benvoluto da tutti, apprezzato dai clienti e dalla comunità albanese che ha aiutato molto. Era un avvocato in gamba, onesto e amorevole, disponibile e gioviale. Lui era partito da zero e, arrivato dall’Albania, aveva saputo costruirsi coi sacrifici un brillante percorso di vita e professionale".
La storia di Redo spicca per volontà e tenacia. In Albania si era laureato in Fisica, seguendo le imposizioni del governo, e aveva iniziato a insegnare, ma per sé sognava un futuro diverso, in Italia. Nel 1996 si imbarcò per una traversata della speranza: pagò uno scafista, salì su un gommone con una trentina di connazionali e poi sbarcò in Puglia.
"Con sè - racconta Di Frenna - aveva solo il passaporto e i vestiti".
Lo accolse uno zio a Galatina di Lecce: Redo pagò per avere un posto di lavoro, ma così riuscì ad avere il permesso di soggiorno. Si adattò a lavorare in una stalla. E come panettiere. Poi un amico di Reggio lo invitò a salire. Qui trovò lavoro in un forno. Dopo un anno, fu assunto in fabbrica, come operaio, nella ceramica ‘Rondine’ di Rubiera. Mentre faceva i turni di notte in fabbrica, si iscrisse a Parma alla facoltà di Giurisprudenza.
"Non chiese mai neppure un permesso per studenti", rimarca Di Frenna. Si laureò nel 2004 in diritto amministrativo e poi intraprese l’iter per diventare avvocato. Come professionista, si era specializzato nell’immigrazione, unendo la sensibilità personale che derivava dalla sua storia alla formazione legale. Nel 2006 era entrato anche nel comitato direttivo della Cgil reggiana, composto da 141 membri. Abitava in via Ramazzini: lascia la moglie e due figli.
Piange anche l’avvocato Giuseppe Caldarola, suo amico e compagno di squadra nella Duralex. Pure lui, mercoledì sera, aveva partecipato all’allenamento di calcio. "Era la persona più buona del mondo. Abbiamo giocato insieme nove anni e dormito spesso nella stessa stanza. Lui era un tifoso della Juve e della Reggiana: avevamo scherzato, poi ci eravamo salutati ripromettendoci di vederci il giorno dopo per i soliti giri in questura o in prefettura. Non riesco a crederci...". Anche lui elogia le qualità umane di Redo: "Era una persona capace di restituire i soldi ai clienti".
Un colpo duro pure per Liborio Cataliotti, altro avvocato calciatore: "Con la Duralex abbiamo girato insieme l’Italia per partecipare ai tornei. Era un uomo dolcissimo, perbene e garbato".
Parole di elogio anche da Enrico Della Capanna, presidente dell’Ordine degli avvocati reggiani: "Lo conoscevo come una persona brava e diligente. Aveva svolto lavori umili realizzando con grande impegno e sacrificio l’obbiettivo di laurearsi in Giurisprudenza. Aveva superato brillantemente l’esame di Stato e svolgeva la professione con competenza e passione. Mi dispiace molto".