REDAZIONE REGGIO EMILIA

Agricoltura, missione rilancio: "Incentiviamo giovani attività. Daranno la svolta al settore"

L’assessore regionale Mammi dopo la nostra inchiesta: "Carenza di manodopera ovunque. Ma a Reggio c’è più fermento che altrove, nel lattiero caseario ci sono 2.087 nuovi imprenditori".

L’assessore regionale Alessio Mammi

L’assessore regionale Alessio Mammi

"La scarsità di manodopera non riguarda solo l’agricoltura, ma in Emilia-Romagna stiamo cercando di coinvolgere i giovani: con un finanziamento da 200 milioni abbiamo insediato 2.087 giovani imprenditori, 363 dei quali a Reggio nel settore lattiero caseario, dove lavora più di uno su quattro di loro". Alessio Mammi, assessore regionale all’agricoltura conosce bene l’evoluzione del settore.

Assessore, il calo delle aziende agricole si è visto in tutta la regione?

"Sì e in modo importante: nel 2010 erano circa 73mila e nel 2020 54mila. La superficie agricola coltivata è passata da 1,3 a 1 milione. Molte imprese hanno cambiato dimensioni, ingrandendo la superficie coltivata e creando le condizioni per essere competitive in tutto il mondo con le nostre eccellenze".

Che risultati economici ha il settore?

"La produzione è investita dagli effetti del surriscaldamento globale e dei cambiamenti climatici, purtroppo noi emiliano-romagnoli lo sappiamo bene. Ciononostante l’agroalimentare è cresciuto, pesa il 5,4% del Pil regionale, sono attive 62mila imprese con 148mila addetti. Nel 2023 la produzione è salita del 2,2% per un valore aggiunto di 10 miliardi, con un +2% anche nell’occupazione. Il 16% dei prodotti venduti dall’Italia all’estero vengono da qui".

Stanno nascendo nuovi modelli di vita, d’agricoltura e d’impresa, come Villa VillaColleraccontato ieri sul Carlino.

"In questa legislatura abbiamo promosso l’agricoltura ‘sociale’, rafforzando gli agrinidi, i laboratori didattici, le esperienze a contatto con la natura e gli animali. Il Covid ha portato molti a riscoprire queste opportunità e il turismo esperienziale, dando modo alle aziende di integrare il reddito. Vogliamo rilanciare sempre più attività simili, come ad esempio la produzione agricola della birra che in Emilia-Romagna si sta radicando tanto".

I giovani quindi possono ancora sentirsi vicini alla vita dei campi?

"I dati dicono che sì, sono interessati all’agricoltura, specialmente nel nostro territorio. Il valore che portano in ambito agricolo poi è altissimo: nuove competenze tecniche, maggiore specializzazione, capacità di leggere le tendenze globali e la transizione digitale e saperle applicare nelle attività agricole quotidiane. Nella nostra provincia ad esempio sta nascendo un nuovo polo scolastico attorno allo Zanelli. Abbiamo bisogno di un numero maggiore di tecnici specializzati e lo Zanelli offre opportunità didattiche all’avanguardia. Non a caso sono stati finanziati 300mila euro agli istituti agrari del territorio per l’acquisto di attrezzature e laboratori per la formazione in ambito agricolo e agroalimentare".

È d’accordo con chi vuole potenziare l’educazione alimentare a scuola?

"Certo. Siamo la Regione in Italia che ogni anno riceve più contributi per l’approfondimento didattico sul biologico e quella con più mense scolastiche biologiche, con quasi 50 milioni di pasti bio erogati da 2018 al 2023 e 12 milioni di euro trasferiti alle stazioni appaltanti. Stiamo anche promuovendo la realizzazione di orti nelle scuole, perché siamo convinti della necessità che i ragazzi tornino a conoscere e toccare con mano le stagioni e i cicli della natura". Tommaso Vezzani